"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 28 febbraio 2019

Sullaprimaoggi. 65 «Nelle carceri italiane 90 mila detenuti (solo lo 0,3% sono colletti bianchi)».


Tratto da “Dal tramonto all’alba” di Marco Travaglio, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 28 di febbraio 2019: (…). I dati del ministero della Giustizia dicono che, di derubati che sparano ai ladri, solo 3 o 4 all’anno (in tutta Italia) vanno a processo: tutti gli altri vengono archiviati prima, in fase d’indagine, una volta appurato che stavano difendendo la propria vita o un bene proporzionato.
Ergo chi straparla di centinaia, forse migliaia di derubati costretti a interminabili calvari processuali mente per la gola: basta e avanza la legge esistente, scritta non da mammolette buoniste, ma dal governo B. del 2006, sotto il ministro leghista Roberto Castelli, che rendeva più tollerante per gli sparatori il già largo Codice Rocco (1930, Anno VIII dell’Era Fascista). (…). L’altro giorno, in una sensatissima e dunque contestatissima intervista a La Stampa, Piercamillo Davigo faceva notare la schizofrenia dei nostri politici, che han passato 25 anni a cancellare la certezza delle pene fra indulti, depenalizzazioni, misure alternative e svuotacarceri, e ora che i buoi sono scappati dalla stalla fingono di chiudere le porte. I centrodestri e i “garantisti” un tanto al chilo, oltre ai soliti avvocati delle Camere penali, non sopportano che Davigo dica la verità: e cioè che in Italia si va in carcere di rado e, quelle rare volte, ci si resta molto poco. Ma le statistiche parlano chiaro. Chi sproloquia di sovraffollamento delle carceri e si fa forza delle continue condanne subìte dall’Italia, ignora che il nostro Paese è così furbo da prevedere per ogni detenuto una capienza minima tollerabile di 9 metri quadri per ogni cella singola, cui ne vanno aggiunti 5 per ciascun detenuto in quelle multiple. Invece la capienza minima della Corte europea dei diritti dell’uomo è di 3 metri quadri pro capite, e quella del Comitato per la prevenzione della tortura di 4. Così per l’Italia una cella di 14 metri quadri non può contenere più di 2 detenuti, mentre per la Cedu ne può ospitare 4 o 5. (…). “L’Italia - ammise nel 2013 l’allora Guardasigilli Annamaria Cancellieri - calcola la propria capacità ricettiva secondo un parametro più alto di quello utilizzato in Europa”. Ma nessun governo ha mai fatto una leggina che ci uniformi agli standard europei. Dopodiché, tra il (presunto) sovraffollamento delle carceri e il (presunto) eccesso di carcerazione, non c’è alcun rapporto: per sapere se abbiamo troppi o troppo pochi detenuti, bisogna confrontarne il numero con quello dei delinquenti e dei delitti, oltreché col totale della popolazione. Ed entrambi i raffronti dicono che l’Italia è uno dei paesi con meno detenuti. Nessun altro Stato europeo può vantare almeno tre regioni su 20 infestate dalla criminalità organizzata, né livelli così patologici di corruzione e di evasione. Eppure abbiamo 89,3 detenuti ogni 100 mila abitanti, contro una media di 150 degli Stati membri del Consiglio d’Europa. A parte il record mondiale degli Usa (693 detenuti ogni 100 mila abitanti, per un totale di 2,2 milioni), ne hanno molti più di noi la Repubblica Ceca (205), la Slovacchia (186), il Portogallo (139), la Spagna (130), Malta (131), Lussemburgo (112), Belgio (105), Francia (102,6), Austria (95), Grecia (90). Pochi reclusi, e per poco tempo. Ogni anno entrano nelle carceri italiane 90 mila detenuti (di cui solo lo 0,3% sono colletti bianchi) e ne escono quasi altrettanti: 80 mila. Il che comporta un turn over frenetico e una durata media delle detenzioni di appena 90 giorni: per ogni ergastolano, ci sono centinaia di delinquenti che restano dentro uno o due giorni. Compresi i ladri, che per fare almeno qualche giorno di galera devono compiere sforzi immani per strappare condanne superiori ai 4 anni: fino a quella soglia (che poi è il 90% delle condanne), infatti, si sta comodamente fuori ai servizi sociali o ai domiciliari. Un ministro della Sicurezza farebbe qualcosa per assicurare i ladri alle patrie galere. Invece il ministro della Propaganda li lascia a spasso e poi affida alle vittime il compito di abbatterli a fucilate.

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