Da “Le false metamorfosi nel paese del signor B.” di Franco Cordero,
pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 21 di luglio dell’anno 2010: (…). I
moderati berlusconofili 2010 non mendichino scuse. Tanto varrebbe chiedergli d'istituire
un regime monastico della penitenza. Sanno chi sia, da dove venga, in qual modo
diventi monopolista delle televisioni commerciali e le adoperi frollando la
materia grigia: cosa gli costino i protettori; con che disinvoltura falsifichi
bilanci, frodi il fisco, compri i giudici; perché sia sceso in campo nel
collasso della consorteria sotto le cui ali s'ingrassava; né fiatavano
vedendogli devastare l'ordinamento. Non sorprende la qualità dei cortigiani. Le
scelte tendono inesorabilmente al basso. Figurano meglio i gerarchi fascisti:
la rudimentale corruzione d'allora tempera un crudo regime d'asini (così
privatamente definito da Benedetto Croce, conversatore caustico); tra tutti
spicca Costanzo Ciano, detto Ganascia, padre del delfino fucilato a Verona.
Quella che rode l'attuale paese, sofisticatissima e invasiva, corrisponde al
modello scientifico sub divo Berluscone. È pura fisiologia fare soldi sulla
pelle d'un paese al verde. La purga sarebbe atto suicida, come se Hitler
deponesse Himmler, liquidando Gestapo, SS, SD, perché usano poche cortesie ai
dissidenti. Sua Maestà guarda torvo: malgré lui, aveva buttato in mare due
ministri e un sottosegretario, indifendibili; seguiranno altri ma non può
liquidare tutti; affogherebbe nel pandemonio. Infatti, voleva inibire l'unico
mezzo investigativo, imbavagliando la stampa; l'ha detto, stroncherà i "giacobini".
(…). Nel repertorio junghiano ha un nome greco la conversione che costoro
raccomandano, "enantiodromía", ossia rovesciamento nell'opposto:
false metamorfosi; l'apparente uomo nuovo resta qual era, magari mutando veste;
ad esempio, Ignazio da Loyola, non s'offendano i Reverendi, o se è permesso
mischiare minimi e grandi, l'ex alfiere libertario, ora melodioso portavoce
Pdl. Il padrone ogni tanto varia look ma non cambia viscere a settantaquattro
anni, scolpito nella storia, con l'impero d'affari sulle braccia. L'improbabile,
effimera pulizia richiama una metafora ricorrente nel suo fosco vituperio,
"metastasi": vede tumori maligni nei magistrati che adempiono doveri
d'ufficio disturbando i delinquenti; e invettive simili dicono cos'abbia dentro.
La neoplasia tagliata riappare. Era prevista nel codice biologico. Ora, la P3
discende dalle erculee imprese berlusconiane contro lo Stato: sta nel sistema;
e chi l'ha fondato, così abile da adeguarvi settori del mondo? Riconosciamogli
l'exploit. Sono rare le psicosi sfogate con successo. Incauti dialoganti lo
chiamano Cesare: maledetti nastri, ogni parola svanirebbe se l'anima
forzaitaliota soffiasse nelle Camere; le solite fonti diramano lepide smentite.
Insomma, spende moneta falsa chi augura un berlusconismo epurato: la crociata
antilegalitaria implica malaffari; la corruzione era e rimane il fine, famelica
confusione pubblicoprivato. Chiamare "destra" lo scenario governativo
italiano è una delle storture verbali coltivate dal regime: vedi "partito
dell'amore" o "delle libertà"; sessantun anni fa Orwell le
studiava in una società controllata dagli schermi televisivi; il precedente nazista
è lo slogan sulla porta d'Auschwitz, "Die Arbeit macht frei" (il
lavoro libera).
Tra parlatori seri, "destra" significa rigore legalitario coniugato al liberismo economico (Quintino Sella), mentre B., venuto su dal privilegio venale, detesta mercato, concorrenza, legalità. La sua dottrina è pirateria, con una differenza: gli ordinamenti pirateschi presuppongono l'equilibrio dei poteri, infatti durano, rilevava sant'Agostino; l'autocrate assoluto impone se stesso negando ogni Altro. La monarchia d'Arcore postula masse adoranti, pulpiti, turiboli, boiardi genuflessi. (…) I costumi decadono: scorridori P3, operanti pro Caesare, mugolano dialetti turpìloqui; Licio Gelli era signore, a modo suo, e compone poesie. Tali essendo i cromosomi, l'avvicendamento non scalfirebbe la struttura. L'analisi apre riflessioni nere sul futuro, anche economico, perché l' affarismo parassitario porta miseria: l'Europa declina nella gara planetaria; e l'Italia arranca, ignorante, gaglioffa, arretrata, canterina, furba. Temporibus illis, nonostante sciagure e servitù politica, vi fioriva eccentricamente la pianta uomo: i programmi della cosiddetta "moderna democrazia liberale" non l'ammettono, anticaglie da estirpare; accordiamogli due legislature e non cresceranno più fili d'erba morale. L'ilare e sgrammaticata volgarità è diserbante micidiale (il ghost-writer d'un panegirico elettorale, forse burlone, gli attribuiva letture coltissime, niente meno che il latino umanistico d' Erasmo).”
Tra parlatori seri, "destra" significa rigore legalitario coniugato al liberismo economico (Quintino Sella), mentre B., venuto su dal privilegio venale, detesta mercato, concorrenza, legalità. La sua dottrina è pirateria, con una differenza: gli ordinamenti pirateschi presuppongono l'equilibrio dei poteri, infatti durano, rilevava sant'Agostino; l'autocrate assoluto impone se stesso negando ogni Altro. La monarchia d'Arcore postula masse adoranti, pulpiti, turiboli, boiardi genuflessi. (…) I costumi decadono: scorridori P3, operanti pro Caesare, mugolano dialetti turpìloqui; Licio Gelli era signore, a modo suo, e compone poesie. Tali essendo i cromosomi, l'avvicendamento non scalfirebbe la struttura. L'analisi apre riflessioni nere sul futuro, anche economico, perché l' affarismo parassitario porta miseria: l'Europa declina nella gara planetaria; e l'Italia arranca, ignorante, gaglioffa, arretrata, canterina, furba. Temporibus illis, nonostante sciagure e servitù politica, vi fioriva eccentricamente la pianta uomo: i programmi della cosiddetta "moderna democrazia liberale" non l'ammettono, anticaglie da estirpare; accordiamogli due legislature e non cresceranno più fili d'erba morale. L'ilare e sgrammaticata volgarità è diserbante micidiale (il ghost-writer d'un panegirico elettorale, forse burlone, gli attribuiva letture coltissime, niente meno che il latino umanistico d' Erasmo).”
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