Da “Putinieri”
di Marco Travaglio, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 7 di marzo
dell’anno 2015: (…). Durissima col capo del governo la vicesegretaria Debora
Serracchiani: “Il legame privato tra lui e Putin ha caratteri tali da
imbarazzare qualsiasi cancelleria europea. È lecito ritenere che gli interessi
nazionali possano essere messi a rischio… Il nostro Paese non ha davvero
bisogno di ingrossare i dossier dei Servizi russi con le stravaganze di questo
presidente del Consiglio… E comunque, nonostante tutti gli sforzi che sta
facendo per assomigliare al suo amico Putin, si tolga dalla testa di tappare la
bocca alla stampa, italiana o estera”. “Il governo italiano non può pensare che
il suo ruolo si risolva nel coltivare un rapporto tra il premier e Putin”,
rincara Piero Fassino. Pier Ferdinando Casini invita il premier a lavorare con
l’Europa “con maggiore intransigenza verso la Russia e maggiore sintonia nei
confronti degli Stati Uniti” e conclude severo: “Mi piacerebbe un presidente
del Consiglio che avesse la dignità di porre il problema delle minacce russe
agli Stati vicini, come ha fatto il governo francese”. “La frequenza dei suoi
viaggi in Russia – insiste il capogruppo al Senato Luigi Zanda – e il confronto
con le sue rarefatte visite negli Usa (mai nello stesso periodo) è inquietante…
Solo una condizione di estrema ricattabilità personale e politica può spiegare
gli ‘speciali’ rapporti con Putin”. “Purtroppo – denuncia Pier Luigi Bersani –
l’Italia è stata sorpresa con il governo nel punto più basso dal dopoguerra ad
oggi del suo prestigio, privilegiando relazioni speciali solo con Putin… solo
per far vedere il nostro premier nei principali tg”. L’intero gruppo del Pd al
Senato lancia un accorato appello al capo del governo: “Renda trasparenti tutte
le sue relazioni internazionali. C’è un impasto di ridicolo e di superficialità
che peserà per molti anni sulla immagine internazionale del nostro Paese. Le
relazioni tra l’Italia e la Russia sono molto importanti. Ma essere considerato
il ‘portavoce di Putin’ è cosa diversa da ‘amico’ di Putin. Presuppone un
rapporto di dipendenza. È una definizione grave che evoca il tradimento degli
interessi dell’Italia e dell’Europa”. “C’è - spiega Zanda - un continuo
autoattribuirsi da parte sua il ruolo inesistente e sgradito di mediatore tra
Stati Uniti e Russia, con posizioni personali volte a compiacere gli interessi
russi. E poi, mai una protesta per i giornalisti russi e i loro avvocati uccisi
o arrestati e per aver cercato la verità. Nessuna protesta per Anna
Politkovskaja o per la deportazione politica in un carcere siberiano di Mikhail
Khodorkovsky. Perché non ha mai discusso in Parlamento queste sue posizioni?
Per amicizia disinteressata con Putin? Gli Stati Uniti ritengono che sia in
gioco l’interesse strategico della sicurezza europea e che il rapporto del
nostro premier con Putin… sia funzionale a una politica energetica a favore di
Gazprom. Il Pd gli chiede chiarezza sulle sue relazioni internazionali. È
necessario escludere, senza che resti alcun dubbio, che la politica estera
italiana sia stata forzata a favore di interessi personali del presidente del
Consiglio”. (…). Ma riecco Fassino,
alzo zero: “Soltanto l’ossessiva e smisurata megalomania che lo accompagna può
far credere al presidente del Consiglio di essere un attore della scena
internazionale. Non ce n’è uno che lo pensi in Europa e nel mondo. La verità è
che con lui l’Italia è purtroppo ai margini in Europa e nel mondo, con grave
danno per l’immagine e gli interessi del Paese”. “Non ci interessa sapere –
argomenta lo scatenato Zanda – come il nostro capo del governo ha intenzione di
festeggiare il suo amico Vladimir Putin. Ma se il presidente del Consiglio
italiano va in visita dal primo ministro russo per trattare ‘temi seri’ ha il
dovere, al suo ritorno, di riferire immediatamente al Parlamento il contenuto
della sua visita e delle questioni affrontate. Perché lo Stato italiano non è
una sua proprietà privata. La nostra affidabilità è compromessa dalle modalità
con cui gestisce i rapporti con Putin… Per questo gli abbiamo più volte chiesto
di venire personalmente in Parlamento a spiegare quale sia oggi la sua politica
estera del Paese e chi siano i suoi migliori amici. Solo così sarà possibile
discuterla e valutarla”. Tranchant il commento della ministra della Difesa,
Roberta Pinotti: “La politica estera del premier è un mistero di fronte al
quale non possiamo arrenderci per il bene dell’Italia”. Le fa eco il ministro
della Giustizia, Andrea Orlando: “Probabilmente il modello ispiratore del
presidente del Consiglio è quello della Russia di Putin”. Walter Veltroni,
anche lui simpatizzante renziano, paventa il rischio di un “modello Putin” in
Italia e ironizza sui trascorsi del presidente russo: “Putin sì che è comunista,
era il capo del Kgb!”.
Ps. Matteo Renzi e i suoi cari stiano
sereni. Queste dichiarazioni risalgono agli anni 2008-2011, quando in ginocchio
da Putin c’era B. Oggi non si usano più.
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