"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 14 dicembre 2017

Quodlibet. 43 “I ragazzi che leggono vivono tante vite”.



Da “I ragazzi che leggono vivono tante vite” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del 14 di dicembre dell’anno 2013: Gianfranco Contini disse un giorno: «Solo chi legge tanti libri sa giocare la propria esistenza su molte tastiere». Mi piace dar voce alle lettere che ricevo dagli adolescenti, perché, a differenza degli adulti che si lamentano, recriminano o accusano, spesso giustamente, gli adolescenti descrivono la loro condizione, oppure lanciano progetti per il futuro. E ascoltarli nel loro fantasticare e progettare il futuro non deve scatenare, come puntualmente accade nelle lettere di commento che ricevo, la reazione degli adulti che li accusano di ingenuità. Gli adulti conoscono il tempo che hanno vissuto, ma non conoscono, come gli adolescenti, il tempo che verrà, e che comunque è loro. Così, ad esempio, ci sono degli adolescenti che scrivono meglio dei loro professori. Come può accadere questo? Hanno letto più libri di loro. Ci sono degli adolescenti che conoscono i sentimenti in tutte le loro sfumature. Chi glieli ha insegnati? I libri che hanno letto. Ci sono degli adolescenti che non si annoiano perché, attraverso i libri, hanno scoperto quanti percorsi fantastici la vita può offrire, e non hanno bisogno di droghe per fare un "viaggio" fuori dalla quotidianità. Ci sono infine degli adolescenti che, grazie ai libri che hanno letto, non drammatizzano le sofferenze che incontrano nella vita, non si abbandonano agli amori con l'ingenuità di chi conosce solo la passione del momento. Sanno quanto è vasta e articolata è la gamma dei sentimenti, quanto ampia la costellazione delle idee per perdersi nella prima passione che li assale o nella prima idea fissa che li tormenta. Non sono per questo immuni dall'inquietudine dell'adolescenza e neppure sono divenuti adulti troppo precocemente. Grazie ai libri, hanno semplicemente offerto alla loro mente e al loro cuore tanti percorsi che, senza libri, non avrebbero conosciuto, e così hanno evitato l'afasia del linguaggio, l'atrofia dei sentimenti, la povertà della fantasia che, anche quando è appena abbozzata, contiene quasi sempre un progetto di vita. Questi sono i doni della lettura, che diventa una compagna di viaggio solo per chi comincia a frequentarla da bambino. (…). Perché l'educazione della mente e del cuore non avviene con il superamento di un corso di studi, ma con la frequentazione appassionata di tutti i sentieri che la vita dischiude e che la buona letteratura sa indicare e descrivere.

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