"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 30 ottobre 2017

Lalinguabatte. 41 “Eros, politica e mente”.



Scriveva Carlo Rognoni su quel che è stato il glorioso quotidiano del Gramsci Antonio – “l’Unità” miseramente scomparso - in “Berlusconi e la questione psichiatrica”: (…). …il dubbio che segni di psicopatia abbiano davvero fatto il loro ingresso nella politica italiana viene a chiunque legga le cronache recenti. Voglio documentarmi e mi metto a leggere alcuni testi di psichiatria e scopro che lo psicopatico ama il potere, usa le persone per ottenere più potere. Lo psicopatico – scrive il dottor Maritàn, che pare essere un’autorità nella sua specializzazione – non è considerato un malato mentale, è un essere umano che si caratterizza per avere “necessità speciali” e “un desiderio smisurato di potere”. Gli psicopatici funzionano con codici propri, diversi da quelli che guidano le società e sono dotati per essere condottieri, per il loro alto grado di insensibilità e tolleranza da situazioni di estrema tensione. “Una caratteristica basica dello psicopatico – si legge ancora nei testi – è che è un bugiardo. Però non un bugiardo qualsiasi. È un artista. Mente con la parola e con il corpo”. (…). Mi sfianca compulsare i “sacri” testi scientifici. Soprattutto quei tomi grossi così che solo all’apparire inducono uno sfiancamento sia fisico che psichico. Soprattutto quei tomi che indagano sulle tortuosità della mente umana. Che sia sintomo latente ed inesplorato di un mio disagio psichico? In fondo non escluderei di possederne qualcuno. Intendo dire, di disagio psichico. Forse averne coscienza mi aiuterebbe a superare il disagio stesso. A liberarmene. Ma lascio perdere e non  compulso. Mi ripeto: -  tanto, anche con disagio psichico latente, non arreco danno a nessuno -. E di conseguenza mi consolo. È vero che, come tutti gli esseri che si definiscano umani, anch’io ho le mie “coazioni a ripetere”. Da sempre. Per esempio, lavarmi al mattino i denti spremendo sempre, e dico sempre, il tubetto del dentifricio dalla estremità inferiore affinché la pasta rimanga all’interno compressa verso l’alto e ben compatta. Alla fine della spremitura del tubetto del dentifricio, della preziosa pasta se ne sarà perduta una ben poca quantità. È questa mia “fissa”, per caso, una “coazione a ripetere”? A proposito, ma cos’è una “coazione a ripetere”? Urge spiegazione. Mi atterrisce però l’idea di dover compulsare i “sacri” testi scientifici. L’ho di già scritto. Compulso, comunque. E leggo: - La coazione a ripetere, ovvero coercizione a compiere ripetutamente le stesse azioni, è il principio per cui una persona cerca di superare qualcosa di irrisolto che affonda le radici nel remoto passato, rimettendosi nelle identiche circostanze che provocarono quell’antica difficoltà. Spesso la coazione a ripetere è  collegata ad un altro problema, ad esempio l’ansia abbandonica, ma sono in genere facce diverse della medesima medaglia -. “L’ansia abbandonica”? “Facce diverse della medesima medaglia”? Ma cosa e come scrivono mai? Mi atterrisce il linguaggio scientifico. In fin dei conti, riflettendoci sopra, penso di non essere preda di “coazioni a ripetere” più gravi, tipo dire disinvoltamente bugie, o dare colpevolmente una falsa rappresentazione della realtà. O essere frequentemente e ripetutamente un violento verso alcuni degli esseri umani che abitano questo pianeta, giornalisti, avversari politici e magistrati per esempio, facendo finta di essere un mite. O con la “coazioni a ripetere” di sorridere sempre, come presi da una terribile contrattura orbicolare – orbicolare, ovvero “un esteso muscolo ellittico che va dal margine inferiore delle narici alla rima labiale superiore, dal solco mento-labiale alla rima labiale inferiore e lateralmente si ferma a livello della commessura labiale” - , con le due arcate dentarie ben in vista. Forse la mia pasta dentifricia non mi consentirebbe una tale pubblica esposizione. Consolatorio. E poi, non mi pare di aspirare al potere. L’unica “scranna” – sapevo al maschile ma spiega il dotto dizionario Hoepli “ - sedia dottorale con spalliera e braccioli molto alti fig., lett. sedere a scranna, farsi giudice, sentenziare “ - che occupo stabilmente e con grande soddisfazione è la poltrona di casa mia. O le poltrone invariabilmente. Quando con cuffia e pantofole mi dispongo ad una onesta serotina evasione. Onesta serotina evasione. Un buon film per esempio! Senza Tv.

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