"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 21 settembre 2017

Quodlibet. 19 “Solvitur ambulando”.



Da “Un passo dopo l'altro per ritrovare se stessi” di Arianna Huffington, pubblicato sul settimanale “D” del 21 di settembre dell’anno 2013: Solvitur ambulando, camminando si risolve. Questa frase è attribuita a Diogene, il filosofo greco del IV secolo a.C, in risposta a chi gli chiedeva se il movimento esistesse davvero. Lui si alzò e cominciò a camminare. «Camminando si risolve». E i problemi e i paradossi per i quali la soluzione è camminare in realtà sono tanti. (…). Per Thomas Jefferson, camminare aveva come scopo quello di sgomberare la mente dai pensieri. «Camminare serve a rilassare la mente», scriveva. «Di conseguenza, quando si cammina non ci si deve concedere neppure di pensare. Conviene piuttosto lasciarsi distrarre dagli oggetti che si hanno intorno». Per altri, come Nietzsche, camminare era al contrario un'attività essenziale per il pensiero. «Solo i pensieri che hanno camminato hanno valore», scriveva nel Crepuscolo degli idoli. Per Ernest Hemingway, camminare era un modo per mettere a punto le idee migliori rimuginando su un problema. «Passeggiavo lungo i quais quando avevo finito di lavorare o quando cercavo di farmi venire qualche idea», scriveva in Festa mobile. «Mi era più facile riflettere se camminavo o facevo qualcosa o vedevo gente far qualcosa che amava». Per Jefferson, camminare era anche «il miglior esercizio possibile», mentre per Henry David Thoreau camminare non era soltanto un mezzo finalizzato a uno scopo, bensì lo scopo stesso: «Ma il camminare di cui parlo non ha nulla a che vedere con l'esercizio fisico propriamente detto... è, il camminare di cui parlo, l'impresa stessa, l'avventura della giornata. Se volete fare esercizio, andate in cerca delle sorgenti della vita. Come è possibile far roteare dei manubri per tenersi in salute, mentre quelle sorgenti sgorgano, inesplorate, in pascoli lontani!». (…).  Sembra davvero che non ci sia limite ai problemi che si possono risolvere in questo modo. Camminare fa bene alla salute, ci mantiene in forma, migliora ogni tipo di prestazione cognitiva, dalla creatività alla progettazione alla programmazione. Ma la cosa migliore di tutte è che ci rimette in contatto con noi stessi. E in questo non c'è nulla di paradossale.

1 commento:

  1. Più che la metà è il viaggio che conta, in quanto occasione di conoscenza, fonte di ricchezze immateriali...

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