"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 31 luglio 2017

Quodlibet. 12 “Mass media e contraddizioni esistenziali”.



Da “Mass media e contraddizioni esistenziali” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del 31 di luglio dell’anno 2010: Diceva Pascal: - Burlarsi della filosofia è già fare filosofia -. Sappiamo tutti che il pensiero, la riflessione, l'atteggiamento critico non trovano molti seguaci, perché i più hanno disertato quella curiosità infantile che, nell'età dei "perché", formula domande che senza difficoltà possiamo chiamare "scientifiche" o "filosofiche": "Perché se la terra è rotonda e gira, noi non cadiamo", "Perché le stelle stanno appese in cielo?", "Come fa Dio a esistere se non ha una mamma". Nel tentativo di orientarsi nel mondo i bambini, anche senza saperlo, cercano di eliminare le contraddizioni, di trovare nessi di causalità e, non accontentandosi delle risposte fugaci e frettolose degli adulti, insistono. Questo per dire che il pensiero, la riflessione, l'atteggiamento critico non sono prerogative dei filosofi o degli scienziati, ma esigenze di tutti gli uomini che rifiutano di vivere a propria insaputa o in un mondo confezionato da altri. Accade però che il pensiero comporta una certa fatica, per cui molti si stancano di domandare e preferiscono muoversi in un mondo costruito dalle risposte degli altri. Chiamano queste risposte confezionate "realtà" e "masturbazioni mentali" ogni spunto di riflessione. Fu per questo che Talete, il primo filosofo, suscitò il riso di una servetta trace quando cadde in un fosso mentre era intento a scrutare le stelle, e fu per il suo atteggiamento critico, per la sua insistenza a mettere in questione l'ovvio che Socrate fu condannato a morte. Platone, dal canto suo, quando andò a Siracusa per realizzare il suo Stato ideale, finì in prigione, mentre Aristotele, dopo la morte di Alessandro Magno, dovette fuggire da Atene per evitare persecuzioni. Non parliamo poi di Galileo e del suo processo, di Giordano Bruno arso vivo in Campo dei Fiori, di Cartesio che evita di pubblicare il suo trattato sull'uomo per timore di fare la fine di Galileo, e via proseguendo. Nonostante questo, i loro pensieri e le loro riflessioni hanno fatto la storia dell'Occidente, per cui in quali condizioni, attraverso quali canali, mediante quali strumenti il pensiero pensa e si propaga, non ha grande rilevanza. L'importante è che continui ad avere dei seguaci e degli attenti curiosi. (…).

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