"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 20 aprile 2017

Scriptamanent. 90 “Emozioni che ingannano”.



Da “Emozioni che ingannano” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del 20 di aprile dell’anno 2013: Scriveva Kant: "La ragione è un'isola piccolissima nell'oceano dell'irrazionale". Tutto ciò che coinvolge il mondo emotivo ha una forza decisamente superiore alle regole della ragione. Al mondo emotivo appartengono l'amore che, come ognuno sa, non sente ragioni, la fede che garantisce un'appartenenza, offre una speranza, una consolazione nel dolore, addirittura una vita oltre la morte. Nel mondo emotivo affondano le proprie radici il tifo per una squadra, la passione per un partito, persino l'indiscutibilità di un'idea, la fascinazione di un leader carismatico, l'intolleranza per lo straniero, i pre-giudizi (che sono giudizi fatti prima di ragionare) nei confronti degli omosessuali, dei malati di mente, di quanti invocano la pena di morte. L'umanità si è progressivamente emancipata dal mondo emotivo solo in minima parte e con estrema lentezza. Non avremmo una storia piena di guerre, di soprusi, di congiure e di delitti se la ragione avesse governato la relazione tra i popoli e i conflitti di potere. Il governo della ragione, che Platone in ogni suo scritto sollecita, invitando al controllo delle passioni, è un percorso lentissimo che passa attraverso l'educazione da impartire ai giovani nella prima parte della loro vita, affinché acquisiscano strumenti per comporre controversie e gestire conflitti con la discussione argomentata invece che con la violenza. Così in Grecia nacque la democrazia, sostenuta dai filosofi, contro retori e sofisti che ottenevano consensi non con la libera discussione dei diversi pareri, ma con espedienti retorici, frasi ad effetto e mozione degli affetti. Quando la retorica vince sulla democrazia, la ragione perde terreno, e lo spazio lasciato vuoto viene occupato dalle emozioni, che scatenano rabbia o idolatria verso quelle figure carismatiche che sanno raccoglierle e soddisfarle. Parlando alle emozioni le persone carismatiche ottengono un consenso immediato, perché evitano le pratiche della ragione che richiedono competenza, attento esame delle situazioni che, soprattutto in una società complessa come la nostra, sono molto più complicate delle facili soluzioni, a cui in modo acritico, l'emozione, senza mediazioni razionali, immediatamente aderisce. (…). Ma perché la ragione possa avere il primato sull'emozione occorre scuola, istruzione, educazione, cultura, informazione, tutte cose che richiedono tempi lunghi, e che, quando sono trascurate, preparano il declino, spesso irreversibile, di una nazione.

1 commento:

  1. Parlare di primato mi da sempre l'idea di competizione, Secondo la logica propria del mondo. Perché invece non fare convivere ragione ed emozione? Solo l'unione delle due rende l'uomo libero e completo. Senza emozione poi che noia! Insomma, diamo a Cesare quel che é su Cesare.... Ciao, Francesco

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