"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 22 marzo 2017

Scriptamanent. 82 “Convincere i poveri a comportarsi come i ricchi senza dargli più soldi”.



Da “Vivere oggi tra norme e leggi” di Adam Gopnik, pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 22 di marzo dell’anno 2015: La parola “norma” sembra essere uscita dalle paludi del gergo sociologico ed è entrata nel dibattito pubblico. È diventata un modo per dire che seguire (o stabilire) una legge non è sufficiente: per comportarsi correttamente bisogna anche seguire le regole non scritte, le pratiche comunemente accettate, le norme della società e delle istituzioni. (…). È questa la differenza. Una legge è qualcosa che infligge un costo annunciato a chi la infrange. Una norma è qualcosa che fa parte del panorama sociale, al punto che non si pensa nemmeno che qualcuno potrebbe infrangerla. Le leggi sono piani che devono essere seguiti, come la griglia delle strade di una città; le norme sono monumenti, come la vecchia Penn Station, cose che non si pensa possano essere distrutte finché qualcuno non le distrugge. Le norme politiche sono importanti perché qualsiasi assetto costituzionale conosciuto rischia di andare in pezzi se non viene interpretato sia secondo le leggi sia secondo le regole. «La Costituzione non è un patto suicida», ha detto un famoso giudice: ma la verità è che qualsiasi Costituzione può diventare un patto suicida se le persone non tengono conto della parte che è stata lasciata non scritta. Se non accetti la premessa di fondo, la barzelletta non fa ridere. Ogni assetto sociale rischia di disintegrarsi non solo se viene rigettato, ma anche se viene usato male. Se, com’è successo in molti imperi, l’esercito scopre di avere la possibilità di comprare e vendere gli imperatori, ben presto ci si ritrova senza impero, o almeno senza un imperatore degno di questo nome. Le norme sociali (…) sono importantissime. (…). Le società diventano ricche perché hanno buone norme oppure le buone norme si diffondono quando le società diventano ricche? Non c’è bisogno di essere un insulso ottimista per pensare che venga a crearsi un circolo virtuoso in cui più soldi consentono più pace sociale (e famiglie più stabili) e pace sociale e famiglie stabili aiutano la gente a fare più soldi. Di certo, nessuno dubita che esista un circolo vizioso della povertà, con la povertà che produce disperazione sociale e la disperazione sociale che produce più povertà. Insomma, le norme come quella che prescrive di andare d’accordo sono importanti davvero. Ma sono molto più malleabili e locali, meno organiche e consacrate, di quanto talvolta possano apparire. (…). Alcune norme sociali che in certi periodi e in certi ambienti sono considerate ovvie (“l’omosessualità è un reato”, “neri e bianchi non devono sposarsi”) si rivelano intollerabili, e altre che sembrano di poco conto (a bowling si va a giocare in compagnia) si rivelano indispensabili, solo dopo che sono state modificate. Un modo per spingere i poveri a comportarsi come i ricchi è dargli più soldi. Le società prospere hanno meno problemi sociali delle società povere, e quando le società povere diventano più prospere generalmente sono più soddisfatte. Quello che chiede la destra in realtà è come si fa a convincere i poveri a comportarsi come i ricchi senza dargli più soldi. È una domanda difficile. Ma l’idea che esista un rapporto causale tra cose come la permissività sessuale e il danno sociale è chiaramente una sciocchezza. Il cambiamento più sbalorditivo della vita americana negli ultimi tempi è l’inattesa scomparsa della violenza criminale.
Se questo tracollo improvviso della criminalità non fosse avvenuto, la destra ora ci starebbe assillando con la necessità di reintrodurre norme sociali per farlo avvenire? E non è vero nemmeno che le norme vengano applicate, come amano fingere i tradizionalisti indefessi, per il tramite della saggezza collettiva, trasmessa amorosamente di generazione in generazione. In realtà di solito vengono fatte rispettare mediante corruzione, minacce e sanzioni chiare per chi le infrange. Normalmente, quando si va a cercare la ragione per cui una norma sociale o costituzionale è stata accantonata non è perché la gente si sia dimenticata della sua importanza, ma perché un tempo era chiaramente conveniente rispettarla e ora non lo è più, o perché le persone che ne erano danneggiate l’hanno combattuta. Le norme possono essere viste come leggi in tuta da yoga, ma resta il fatto che coprono gli stessi ambiti delle leggi. La vecchia norma costituzionale sui senatori che non devono mettersi a negoziare autonomamente con Paesi stranieri si poteva far rispettare in situazioni in cui i senatori più esperti tenevano sotto controllo i pivellini. In un’epoca di disciplina legislativa ai minimi termini e ricerca di visibilità pubblica ai massimi termini, essere giovani, scalmanati, sgradevoli e senatori non comporta nessun costo, quantomeno se la tua base elettorale vuole che tu sia scalmanato, sgradevole e irrispettoso. L’interazione tra norme e leggi è uno dei grandi temi della letteratura. Achille dovrebbe restituire ai troiani il corpo di Ettore? È solo una norma di guerra, ma l’Iliade ci ruota intorno. I grandi romanzi delle norme - le norme americane, quantomeno - sono i quattro libri della serie del Coniglio di John Updike (…), che parlano proprio del prezzo che si paga accettando le norme che una società borghese impone al cittadino voluttuoso medio (o alla cittadina voluttuosa media). Harry Angstrom, il Coniglio, sposa la sua fidanzata incinta, rimane coscienziosamente con lei dopo vari tentativi falliti di fuggire verso una vita di gratificazioni più immediate, e poi ha la sensazione paradossale, man mano che si susseguono i libri, di essere l’unico in America a rispettare ancora le vecchie norme opprimenti. Il sesso di gruppo bussa alla porta e le inibizioni finiscono giù dalla finestra. È una rete subdola o uno schema rassicurante di scelte preconfezionate? Dipende da quale lato della norma siete seduti. Le norme sono scelte che qualcun altro ha fatto per voi. Doverle fare da soli può essere sconcertante. Tutto ciò dimostra che essere moderni significa essere consapevoli al tempo stesso dell’importanza delle norme nella percezione di chi siamo e del prezzo che comporta la loro applicazione per la percezione di chi potremmo diventare. In qualsiasi momento, possiamo essere più o meno consapevoli del peso oppressivo delle norme sociali e costituzionali, o della leggerezza che sentiamo e del senso di giustizia che guadagniamo una volta scomparse. Questo è normale.

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