"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 3 dicembre 2016

Scriptamanent. 52 “Il guascone, il furbo, il delinquente e il web”.



Da “Il guascone, il furbo, il delinquente e il web” di Oliviero Beha, su “il Fatto Quotidiano” del 3 di dicembre dell’anno 2014: (…). Pesa come una montagna sull’etica comportamentale e il debito pubblico del Paese il reato di evasione fiscale. Fin qui niente di nuovo, anche se a volergli fare le pulci ci sono alcuni aspetti che non tornano: mi vai a parlare di questo tema proprio alla Gdf mentre la politica del governo si regge sul Patto del Nazareno stabilito con un notissimo pregiudicato (che invitava a non pagare le tasse) e filtrato attraverso l’indagatissimo Verdini? Ma sono alla Totò quisquilie e pinzillacchere. Mi si obietterà che l’emergenza politica e lo stato del Paese (dovuto peraltro pesantemente anche all’apporto dei due in questione) non consentono troppi distinguo. Si è delinquenti solo se non si è utili alla causa. Ma è proprio questo il punto. Mentre la categoria dei “furbi” ha risvolti antropologici e filosofici che vanno ben al di là del reato citato ed è qualcosa di profondamente umano sia pure con accezione negativa, mi basterebbe che Renzi ce l’avesse con i delinquenti. (…). La vicenda romana (la cosiddetta “mafia capitale” n.d.r.), l’ennesimo caso di ruberie in cui la politica si intreccia alla criminalità, fa venire in mente Grillo e il M5S “a contrariis”, proprio perché anni e anni di malvivenza e malcostume in una complementarietà palese di destra e sinistra, di governo e di opposizione, centrale e locale, sono all’origine della protesta che ha dato carne e sangue al Movimento. Di cui Renzi guascone ha detto, (…), che insieme alla “vittoria del Pd nelle Regionali” (con l’astensione vertiginosa che sappiamo), l’altro elemento indiscutibile è che “Grillo salta”. Il premier è immaginifico e bisogna capirlo. Mi sembra però che ritenga ormai un capitolo superato quello di un Movimento che è fondamentalmente alla base anche della sua rottamazione della nomenklatura che l’ha preceduto e da cui proviene. Ne parla come di un fastidio che si è tolto, è una parte della politica che tratta come deriva che è proficua solo se gli offrirà dei dissidenti disponibili a votare le sue riforme, giuste o sbagliate che siano. (…). Scandali come questo di Roma, o tutti quelli più recenti così come quelli che presumibilmente ci aspettano, sono linfa vitale per la saturazione dei cittadini anche se adesso votano per Grillo e i suoi magari meno, o molto meno. La crisi, leva dell’insoddisfazione e della disperazione, non si dissolve con i problemi attuali del M5S, espulsioni, Direttorio e complesso d’accerchiamento compresi. È il Paese che è in pezzi, non tanto e non solo il M5S. La cui vitalità comunque non può continuare a essere misurata sul web, colmo di interventi, di partecipazione, di tifo e di insulti per chi eventualmente non fosse “in linea” con la maggioranza e con la biga al comando: vi dice niente il piccolo particolare dei più di 300 “mi piace” e delle oltre 400 condivisioni che aveva raccolto in un lampo su Facebook l’omicida di Salerno che purtroppo ha poi eseguito il delitto annunciato in Rete? Nel paesaggio deformato della realtà italiana ne esce deformato anche il contesto virtuale. Teniamone conto per il futuro, che rotola su un piano inclinato.

Nessun commento:

Posta un commento