"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 10 novembre 2016

Lalinguabatte. 25 “Trump, ovvero l’ovetto con sorpresa”.



Il “mondo nuovo” di Trump s’appressa. Travolgente come non mai. Almeno stando alla carta stampata del bel paese. I due quotidiani che abitualmente acquisto portano una sopra-copertina a quattro facciate. Tutte e due. Si saranno copiata l’idea. La prima sopra-copertina è del quotidiano la Repubblica: vi campeggia una bellissima foto del Presidente uscente ripreso di spalle, impeccabilmente assiso sulla poltrona presidenziale. Titolo della sopra-copertina: “Il mondo è cambiato”. Vacci a credere che appena il giorno dopo la “notte elettorale” – invenzione di quegli intollerabili eurocentrici - il mondo sia stato rivoltato come un calzino. Balle! Non ho letto l’editoriale del Direttore che si accompagna alla foto; mi riservo di scoprirne il sapente (sic) contenuto per come il mondo nel frattempo sia stato cambiato. In meglio? In peggio? Boh! E chi lo saprà mai dire. Seconda sopra-copertina de’ “il Fatto Quotidiano”. Una foto con bandiera americana che ricopre per la metà il volto del trionfatore. Titolo: “Sorpresa”. Sorpresa un corno! È qui che casca, come suol dirsi, l’asino. E l’asino di turno chi è? Semplice: sondaggisti e stampa al seguito. Ci han menato come cani per l’aia per tutto il tempo che ha preceduto la “notte elettorale”. Hillary vince, Hillary perde! Trump perde, Trump vince! Ed ora la “sorpresa”. Ma qual è? È certo che uno dei due avrebbe alla fine vinto. Chi dei due? Avete in mente quello stupendo lavoro cinematografico che è “Match point”? È in quel film – nelle sue sequenze iniziali - che il divino Woody Allen fa volteggiate la pallina del tennis prima a destra e poi a sinistra, per poi d’improvviso rallentare la velocità della sequenza e lasciarla lì, sospesa, la palla del “match point”. Cadrà? Certo che cadrà. Da quale parte? A sinistra? A destra? All’inizio non lo si sa. Stupenda intuizione. Ebbene, i media – carta stampata in testa – sono da paragonarsi alla palla di quel “match point”. Hanno giocato da furfanti non sapendo quali pesci pigliare. Ed alla fine hanno l’impudicizia di scrivere: “Sorpresa”! Sorpresa un corno! Ora che l’ovetto ha partorito la sua “sorpresa” viene spontaneo chiedersi: ma fino a qual punto sorpresa c’è stata? Due mediocri a contendersi la poltrona più scottante del pianeta. Due mediocri dai quali è stato impossibile ascoltare o solamente indovinare un pensiero che fosse compiuto. Sappiamo bene che si avvalgono di personale che pensa e scrive per loro. Ma anche di quel supporto, nella loro mediocrità, non hanno saputo beneficiarne. Quella pallina da “match point” sarebbe caduta irrimediabilmente dalla parte di un mediocre. Ed il mondo si sarebbe – anzi si è – consegnato, mani e piedi legati, al mediocre vincente. Brutta aria tira per il mondo intero. Non tanto per la vittoria scontata di un mediocre che ha saputo sconfiggere in altrettanto mediocre; quanto per l’inanità della politica nella sua più alta accezione. E qui si chiama in causa quella che un tempo andato si definiva la “sinistra” della politica. “Sinistra” e “destra” oggi, per i quali schieramenti affrontare i complessi problemi del mondo globalizzato ha sì un  senso, ma solamente nel senso di attendere da quale parte la pallina del “match point”, per cause fortuite ad essi non imputabili, deciderà di cadere. Ed il gioco è fatto. Ha scritto Paolo Flores d'Arcais il 9 di novembre - appresso alla “notte elettorale” – in “Hanno scartato Sanders e ha vinto Trump” sul sito MicroMega.net che:
Il Partito democratico ha preferito consegnare gli Stati Uniti a un miliardario reazionario e razzista, amico di Putin e altre genie di dittatori, anziché vincere le elezioni candidando Sanders. Lungo tutto il corso delle primarie i sondaggi erano stati chiari e reiterati: tra Sanders e Trump la vittoria di Sanders era strasicura, con margini al di là di ogni possibile errore di sondaggio, mentre Hillary risultava sconfitta o al massimo in situazione di grande incertezza. Perché allora il Partito democratico ha preferito fare harakiri? Perché per l'apparato, e per i grandi gruppi che finanziano le campagne elettorali, meglio (o meno peggio) un esponente dell'establishment quale è Trump, anche se razzista e ultrareazionario, anziché un moderato socialdemocratico intenzionato ad aumentare un poco il salario minimo. Il Partito democratico è parte integrante di un establishment per il quale esiste solo il Dio Mammona, e il profitto è il Sancta Sanctorum di tutti i valori, altro che eguale diritto al "perseguimento della felicità" come promesso dalla Dichiarazione di Indipendenza con cui gli Stati Uniti entrano nella storia. Le lezioni da trarre sono ovvie, ma lo erano anche prima: i democratici coerenti possono vincere solo se non rinunciano all'abc di "radicalità" che poi significa solo fedeltà ai valori di "giustizia e libertà" ricamati in tutte le Costituzioni democratiche e poi calpestati dagli establishment nella politica di governo di ogni giorno. Solo una politica di costante e asintotica eguaglianza può salvare le democrazie. Ma questa ovvietà, logica e storica, confligge con gli interessi di chi nei decenni passati è riuscito a sequestrare in monopolio gli spazi della sinistra organizzata, rendendola una articolazione della destra: Blair definitivamente, ma già il secondo Mitterand che tradisce le promesse (e Carter e Clinton che sopprimono i "lacci e lacciuoli" rooseveltiani che tenevano un poco a freno gli spiriti animali dei poteri finanziari: il risultato si è visto e lo si paga ancora oggi in tutto il mondo). Chiudere definitivamente con ogni "sinistra" ormai divenuta strutturalmente e inguaribilmente articolazione della destra, è la premessa ineludibile per salvare le democrazie dall'avvitamento che le sta distruggendo.”Match point”, allora, per una politica che non ha più un senso, dominata com’è dagli insaziabili ed incontrollabili altri poteri che stanno fuori dalle sedi istituzionali. “Il mondo è cambiato”. Come? “Sorpresa”. Quale? Ce lo dicano lor signori! Siamo tutti ansiosi di sapere.

Nessun commento:

Posta un commento