"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 23 ottobre 2016

Scriptamanent. 48 “Dalle donne ai bambini”.



Da “Dalle donne ai bambini” di Umberto Galimberti, sul settimanale “D” del 23 di ottobre dell’anno 2010: Neppure l'impiego dei bambini costituisce un limite ai giochi erotici e non di rado perversi della pubblicità? La pubblicità non incentiva solo l'acquisto di prodotti, ma vende massicciamente (e noi passivamente l'acquistiamo) una visione del mondo dove quei prodotti, anche inutili, diventano necessari per rafforzare la nostra identità: o in termini di potere o in termini di seduzione (che è una forma malcelata di potere). La seduzione passa attraverso la sollecitazione erotica che la nostra cultura ha identificato con la donna, per cui, (…), ormai non facciamo più troppa distinzione tra la parola sesso e la parola donna. Se questo è il contesto delle relazioni sociali è evidente che una donna non può sottrarsi a questi canoni perché, nella forma del suo corpo reso il più possibile seduttivo, c'è gran parte della sua accettazione sociale, e perché no, anche della sua gratificazione narcisistica. Infatti l'erotismo che trasmette non approda alla sessualità, ma si arresta alla sua sollecitazione. Un atto mancato quindi, un desiderio senza compimento, un sollecitazione delusa e proprio per questo tale da promuovere una ricerca senza limiti di spunti ancor più seduttivi che la pubblicità asseconda e promuove. Va da sé che di fronte a quelle bellezze inarrivabili da copertina prende forma anche la depressione per la propria inadeguatezza, a cui si pone rimedio acquistando tutti quei prodotti che ci possono avvicinare a quelle bellezze, e lenire così la nostra tristezza. Il gioco ormai è questo ed è ben collaudato. E siccome l'identità femminile è in gran parte affidata agli artifici della moda, in nome di che cosa si può invitare le donne a uscire da questo gioco che ha le sue radici profonde nel cervello antico di tutti noi, più sensibile alla fascinazione e al richiamo sessuale, che ad altre nobili virtù faticosamente guadagnate nel corso dell'evoluzione? Ma ora, (…), questa identità, questa comunicazione, questa immagine di sé che si trasmette per vie erotiche, oltre alle donne si applica anche ai bambini, i quali, non disponendo ancora di strumenti per interpretare e collocare lo scenario dell'erotismo alla cui interpretazione sono chiamati, compiono gesti artificiali, manierati e improbabili che li deformano perché l'erotica non è ancora la loro "forma", così come non appartiene alla loro forma scimmiottare i gesti degli adulti, scostandosi a tal punto dalla loro infanzia, da dover poi andarne alla ricerca, anche in forme perverse, per tutta la vita. Il limite, (…), è stato superato, quindi aspettiamoci di tutto da questa cultura che si ritiene avanzata solo quando oltrepassa un limite o infrange un tabù.

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