"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 18 ottobre 2016

Primapagina. 04 “Diciamo No a questa democrazia d’investitura”.



Da “Diciamo No a tutta questa democrazia d’investitura” del regista Mimmo Calopresti, su “il Fatto Quotidiano” del 13 di Giugno 2016: In tutto questo mio muovermi, affaccendarmi alla ricerca di qualcosa che abbia senso raccontare, mi accorgo che scompare sempre di più qualcosa intorno a noi senza che noi quasi ce ne accorgiamo. I negozietti sotto casa, il senso di appartenenza, le classi sociali e il ceto medio, le periferie perdono visibilità, il lavoro perde centralità, perché non c’è; i pensionati, perché in pensione non si andrà più e scompaiono i servizi sociali, scompaiono i bambini in un paese senza nascite, la ricerca e le università soffrono e così scompaiono gli studenti. Sento dire da tempo che abbiamo la montagna del debito che ci soffoca e allora non abbiamo soldi e posto per tutti nella società, si fanno sparire i problemi si pongono obbiettivi sempre più lontani, la crescita diventa una priorità allora bisogna far fuori tutti quelli che pongono problemi e sono un costo: il capo e suoi amici devono lavorare. Mi sembra che si stia esagerando, non son importanti i risultati elettorali qualunque essi siano ci dicono, non si capisce perché. È imporre la riforma elettorale che è importante, l’Europa ci guarda e voi professoroni, siete vecchi e noiosi. Ritiratevi. E i sindacati che la smettano di porre problemi. È impossibile andare avanti così. Noi vogliamo cominciare a dire no a questo potere politico sovrumano, che non vuole neanche che ci sforziamo di votarlo, si è imposto e dobbiamo solo assentire. Dobbiamo cominciare a resistere come fecero un pugno di ribelli nell’Italia fascista: decisero contro tutti, anche contro la maggioranza, che avrebbero detto basta a quel baraccone che Mussolini aveva messo in piedi. E così che siamo arrivati a quella che viene definita la Costituzione più bella al mondo. Mi sono fermato a riflettere su questo imperituro bisogno per il Paese di fare il più in fretta possibile la riforma costituzionale e poi una legge elettorale che permetta a qualcuno di andare alle elezioni con una legge che consentirà a un premier di avere la possibilità di governare senza troppe scocciature e impedimenti. NO. Mi sono informato e ho deciso che al referendum costituzionale voterò NO, e in questi mesi d’impegnarmi per riuscire ad arrivare alle famose urne per vincere. Far vincere le ragioni del No. Non mi piace in nessuna parte. A essere radicali sarebbe stato meglio abolirlo il Senato e invece no si continua nella direzione dei nominati, non degli eletti, si va avanti per controllo di gruppi di persone nella logica del capo bastone, e così come si fa’ ormai nella politica italiana dove si elegge poco e si nomina molto. Si promette molto e si mantiene poco. Ci si sovraespone per coprire il vuoto. Il NO è un atto di resistenza.

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