"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 20 agosto 2016

Scriptamanent. 34 “La settimana enigmistica”



Da “La settimana enigmistica” di Giacomo Papi, sul settimanale “D” del 20 di agosto dell’anno 2011: Quando sono stanco di macellai norvegesi e imbecilli padani, quando Scilopoti non mi fa più sorridere, quando non capisco come la mia vita possa dipendere dal default Usa o dai bund tedeschi, quando la cronaca mi appare dolorosamente ridicola e la storia un fiume insensato di tragedie e idiozie, vado a comprare La Settimana Enigmistica, me la rigiro tra le mani e mi tranquillizzo come se mi facessi di ansiolitici. E finalmente comprendo le ragioni politiche della maggioranza silenziosa. (…). Controllo il numero in alto a sinistra sul primo cruciverba. Indica l'esorbitante quantità totale di giochi pubblicati nei 4143 numeri usciti dal 1932 a oggi (circa 497.760, se i miei calcoli sono giusti). Alzo gli occhi e mi domando: chi avrà inventato i meravigliosi caratteri fasciosumerici della testata che dal 1995 si alterna senza sgarrare in blu, rosso e verde? Corro all'ultima pagina. In corpo 10, a metà della quarta colonna, è scritto in corsivo: Periodico fondato e diretto per 41 anni dal Cavaliere del Lavoro Gr. Uff. Dott. Ing. Giorgio Sisini Conte di Sant'Andrea. Era un sardo figlio del fondatore del Rotary Club dell'isola, che si trasferì a Milano, sposò un'austriaca ed ebbe l'idea di importare in Italia i giochi di enigmistica di derivazione Usa che a Vienna spopolavano. Il primo numero uscì il 23 gennaio 1932. Costava 50 centesimi. Da allora non si è mai fermata. Soltanto il n. 694 del 14 luglio '45 è uscito in ritardo a causa della guerra. Da allora quasi tutto è rimasto immutato. Perché questa è la regola segreta della La Settimana Enigmistica, il suo enigma nascosto: nulla deve mai cambiare. Quando morì Piero Bartezzaghi, il più grande inventore di parole crociate della storia italiana, non ho visto necrologi e non listarono a lutto il suo cruciverba. I suoi schemi continuarono a uscire per mesi e mesi, fino a quando furono sostituiti da quelli del figlio Alessandro. Una A. al posto della P. Nulla di più. Ma basta elencare i titoli delle rubriche per tornare respirare il secolo scorso e le sue polveri: L'edipéo enciclopedico, La pagina della Sfinge, Forse non tutti sanno che..., Strano, ma vero!, Il piacere di saperlo!, Spigolature, Risate a denti stretti (non le pagano più), l'Antologia del buon umore, Per rinfrancar lo spirito... tra un enigma e l'altro. Espressioni di un gusto che sopravvive solo in questo habitat. (…). La Settimana Enigmistica è un fossile che il tempo non può più cambiare e la sua impermeabilità alla storia è la ragione del suo successo. Per questo, agisce come ansiolitico. È un antidoto ai tempi che corrono, un rifugio dalle intemperie della cronaca, una sospensione della storia. Per questo è il vero giornale dei conservatori italiani. Esprime il cuore del conservatorismo: la storia umana è insensata e pericolosa, il progresso non esiste, è meglio trovare un nascondiglio per sé e per ciò che si possiede. Un'illusione che ha potenza, consola e ripara. La nostalgia mi assale alla gola. (…).

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