"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

venerdì 29 luglio 2016

Storiedallitalia. 77 “Boschi, l’indecenza intellettuale”.



“Chi sveglierà ora gli stanchi combattenti dell´Ulivo?” si domandava il compianto Mario Pirani sul quotidiano “la Repubblica” del 15 di giugno dell’anno 2006 in un pezzo che aveva per titolo “L'illusione di aver già vinto la battaglia sulla Costituzione”. Si era nell’imminenza di quel referendum che si sarebbe tenuto il 25 ed il 26. Ci si ritrova a dieci anni di distanza a dover constatare la “stanchezza” politica di quella parte di Partito Democratico che ha sostenuto le scelte cosiddette riformiste dell’uomo venuto da Rignano sull’Arno. Al tempo dello scritto di Mario Pirani ben altri erano i protagonisti di quell’avanspettacolo. Il tempo trascorso inutilmente ci riporta ad una situazione di stallo stante non tanto la stanchezza dei “combattenti” politici, quanto la “stanchezza” del “popolo sovrano” che in quel tempo si erse a custode della “Carta” bocciando clamorosamente  le riforme pensate dai “quattro saggi” di Lorenzago del Cadore. Cosa accadrà nell’autunno referendario che ci attende? Appesi come siamo ai media doverosamente monopolizzati dall’esecutivo al potere, con un alternarsi di dati che cambiano ad ogni stormir di fronda, non resta che sperare in quel “popolo sovrano” che, seppur al momento indifferente sull’argomento, potrebbe poi assestare un colpo inatteso alle odierne iniziative riformatrici. C’è da sperarlo? Forse l’impresentabilità degli ideatori delle riforme spingerà anche i più riottosi ad andare alle urne referendarie per respingere la supponenza e l’improvvisazione imperanti. Ha scritto di Maurizio Viroli su “il Fatto Quotidiano” del 21 di luglio – “Boschi, l’indecenza intellettuale” -:
(…). …l’ultima dichiarazione (del ministro Boschi n.d.r.) sul legame che stringe nuova Costituzione e lotta al terrorismo internazionale supera per indecenza intellettuale tutti i precedenti spropositi. In primo luogo la stabilità del governo italiano non c’entra assolutamente nulla con la capacità dell’Europa di combattere unita il terrorismo. Con la nuova Costituzione, come con qualsiasi Costituzione, potrebbe andare al governo un partito o una coalizione del tutto inetta a combattere il terrorismo e recalcitrante a contribuire a un comune sforzo europeo. Alla ministra qualcuno dovrebbe ricordare che con la nostra Costituzione la Repubblica ha saputo vincere una lotta mortale contro il terrorismo delle Brigate Rosse e del neofascismo, un terrorismo almeno altrettanto pericoloso di quello dei fondamentalisti islamici. Lo sa la ministra che con la nostra Costituzione venne votata in poche ore la fiducia al governo (Andreotti IV) il giorno stesso del rapimento Moro, e vennero poi approvate da Camera e Senato leggi eccezionali per la lotta al terrorismo? Qualcuno le ha detto che se il terrorismo è stato sconfitto è stato soprattutto grazie alla forte unità morale e politica che in quegli anni tremendi si formò attorno alla Costituzione, mentre la nuova Costituzione, approvata sempre a stretta maggioranza, non avrà mai la medesima capacità di unire gli italiani? E qualcuno si è posto il problema che con la Costituzione Boschi-Renzi-Verdini per deliberare lo stato di guerra basterà la maggioranza assoluta della Camera, e quindi sarà più facile per un governo, dopo un devastante attentato, dichiarare una guerra insensata contro il terrorismo e ripetere gli errori dell’America di Bush di cui ancora paghiamo le conseguenze? Non ho letto tutti gli argomenti di tutti i sostenitori del No, ma quelli che conosco hanno ben altra probità intellettuale. Nessuno, che io sappia, ha sostenuto che se la riforma sarà respinta avremo benessere economico, massima occupazione, rinnovata credibilità internazionale, e sgomineremo l’Isis. Nessuno ha disegnato scenari di catastrofe politica e sociale nel caso di vittoria del Sì. Ci siamo limitati a mettere in evidenza le conseguenze dimostrabili della riforma sul sistema istituzionale della Repubblica. Adesso capisco perché la ministra Boschi non vuole accogliere l’invito a un pubblico dibattito (…). In un confronto serio farebbe una figuraccia. Ma il bello deve ancora venire. Scommetto che la prossima dichiarazione sarà: “Basta un Sì e perderai dieci chili in due giorni, ti ricresceranno i capelli e vincerai alla lotteria”. Quella degli imbecilli. È quella “indecenza” intravista dal professor Viroli che spingerà il “popolo sovrano” a rigettare la riscrittura di una parte della “Carta” come al tempo dello scritto di Mario Pirani fece per le riforme volute dall’uomo venuto da Arcore? In verità, una continuità allarmante! Scriveva Mario Pirani il 15 di giugno dell’anno 2006: (…). La posta è ben più alta. Riguarda l´Italia, la sua storia, il suo futuro, il tipo di Paese che i cittadini vogliono, l´eguaglianza dei diritti, le garanzie di una democrazia liberale opposta alle dittature delle maggioranze, sia pure di volta in volta alternative, l´unità della Patria. Non temiamo, dunque, di essere accusati di retorica patriottica se cominciamo proprio da qui ricordando agli immemori quante speranze, sangue, sacrifici e sofferenze sia costata l´unificazione dell´Italia, dal Risorgimento a Vittorio Veneto e la riconquista della democrazia e della libertà, dalla Resistenza alla Costituzione del 22 dicembre 1947. (…). La storia di un paese ha un valore, un´intima coerenza che l´ha animata per generazioni e che non può essere travolta e bistrattata se non a scapito della sua identità profonda.(…). Sotto un profilo (…) generale la Carta del 1947 risulterebbe praticamente semicancellata con 53 articoli annullati o riscritti e la prima parte, apparentemente salva ma sostanzialmente insidiata. Sul vulnus parziale della modifica del titolo V, improvvidamente inferto nel 2001 dal centrosinistra, si è così innestato un ben più corposo e dirompente tsunami. Quel che è peggio sta passando nella mentalità corrente l´idea che la costituzione sia una legge come tutte le altre, sì che ogni maggioranza, vieppiù in un sistema di alternanza, può, di volta in volta, scomporla e ricomporla a seconda delle sue specifiche aspirazioni, convenienze tattiche, contingenze impreviste. Di qui la tendenza ad accompagnare l´alternanza elettorale alla dittatura della maggioranza che si sente officiata a tutto occupare e a tutto stravolgere, proprio in contrapposizione al costituzionalismo moderno, imperniato sulla definizione dei limiti e alla separazione dei singoli poteri istituzionali così da garantire diritti e regole comuni per tutti i cittadini. Qui sta, appunto, il significato fondamentale della Costituzione oggi in pericolo: una tavola, elaborata in una stagione di alta temperie delle forze politiche, che dai cattolici ai comunisti, dai liberali ai socialisti seppero definire valori e principi capaci assicurare la convivenza civile degli italiani in anni, dal ´47 ad oggi, attraversati da un epocale scontro di civiltà, da guerre, da lotte sociali e politiche asperrime, da sconvolgimenti economici e sociali profondissimi, senza che mai venissero meno le garanzie di democrazia e di libertà, la correttezza istituzionale, le possibilità di introdurre nuovi diritti prima inediti (dalla salute al divorzio, dal codice di famiglia all´aborto). Quel quadro costituzionale ha retto a tutte le prove e va nella sua sostanza strenuamente difeso. Se qualche inceppo funzionale si è rivelato col tempo nulla impedisce che si introducano modifiche di razionalizzazione opportunamente concordate. Soprattutto va tenuto presente che le falle di governabilità che devastano la vita politica italiana non dipendono da arretratezze costituzionali ma dalla dissennatezza di una legge elettorale che esula per la sua stesura dai dettami della Carta. Ormai siamo al dunque. Nel 390 a. C. i romani dormienti, mentre i Galli di Brenno stavano per farli a pezzi, vennero risvegliati in tempo dallo schiamazzare delle oche del Campidoglio. Chi sveglierà ora gli stanchi combattenti dell´Ulivo?

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