"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 21 maggio 2016

Scriptamanent. 11 “Istruzioni per una nuova società”.



Da “Istruzioni per una nuova società” di Zygmunt Bauman, sul quotidiano la Repubblica del 21 di maggio dell’anno 2012: (…). Se le rivoluzioni non sono prodotti della disuguaglianza sociale, i campi minati sì. I campi minati sono aree disseminate di esplosivi sparsi a casaccio: si può star certi che una volta o l´altra qualcuno di essi esploderà, ma quale, e quando, non si può stabilire con qualche grado di certezza. Poiché le rivoluzioni sociali sono eventi con uno scopo e con un obiettivo, è possibile fare qualcosa per localizzarle e sventarle in tempo, mentre ciò non vale per le esplosioni dei campi minati. Qualora il campo minato sia stato predisposto da soldati di un esercito, si possono spedire altri soldati, appartenenti a un altro esercito, per estrarre le mine e disarmarle: un lavoro rischioso quant´altri mai, come ci rammenta incessantemente l´antica saggezza del soldato: «L´artificiere sbaglia una volta sola». Ma questo rimedio, per quanto insidioso, non è disponibile nel caso dei campi minati predisposti dalla disuguaglianza sociale: a seminare le mine e poi a estrarle deve essere lo stesso esercito, che non può smettere di aggiungere nuovi ordigni ai vecchi né evitare di metterci il piede sopra più e più volte. Seminare mine e cadere vittime delle loro esplosioni fanno tutt´uno. Tutte le varietà di disuguaglianza sociale scaturiscono dalla divisione fra ricchi e poveri, come osservava già mezzo millennio fa Miguel Cervantes de Saavedra. Tuttavia, in epoche diverse, possedere o non possedere oggetti diversi sono rispettivamente la condizione più appassionatamente desiderata e quella più appassionatamente sofferta. Due secoli fa in Europa, ancora pochi decenni fa in alcuni luoghi distanti dall´Europa, e ancor oggi su alcuni campi di battaglia di guerre tribali o parchi-giochi delle dittature, l´obiettivo primario che poneva in conflitto ricchi e poveri era il pane o il riso. Grazie a Dio, alla scienza, alla tecnologia e a certi espedienti politici ragionevoli, non è più così. Ma ciò non significa che la vecchia divisione sia morta e sepolta: al contrario… Oggigiorno, gli oggetti del desiderio la cui assenza è più acutamente sentita sono molti e vari, e il loro numero aumenta giorno per giorno come anche la tentazione di ottenerli. E così crescono l´ira, l´umiliazione, il rancore e il risentimento suscitati dal non averli; e con essi il desiderio di distruggere ciò che non si può avere. Saccheggiare i negozi e darli alle fiamme sono gesti che possono derivare dal medesimo impulso e gratificare il medesimo desiderio. (…).

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