"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 15 maggio 2016

Lavitadeglialtri. 10 “La vita di Dangqiu Lamao”.



È giovine. Lui mi dice – riporto a memoria -: “Hai avuto tanto dalla vita, un lavoro, una famiglia, hai fatto quel che più ti è piaciuto… perché stai a lamentarti tanto, a mugugnare il più delle volte.” È tutto vero per ciò che ha detto. Se guardassi solamente al mio orticello non avrei motivo alcuno per lamentarmi, per mugugnare. Ma basta guardare solamente al proprio orticello per dire che tutto va bene? Ché il detto antico ha un valore eterno e supremo: “’u gurdu non crida mai a’ lu diunu” – che tradotto in lingua corrente sta a significare che il sazio non crede a chi digiuna per ragioni di forza maggiore -. È giovine e mi dice: “Prenditi la vita un po’ più alla leggera”. È il senso di quel “più alla leggera” che mi lascia perplesso. Cos’è: un invito a rinchiudersi nel proprio orticello? Per che fare? E il mondo di fuori? Oltre lo steccato? Mi piacerebbe tanto che leggesse la storia di Dangqiu Lamao, storia raccontata da Giampaolo Visetti in un’altra delle Sue straordinarie corrispondenze dal paese che fu dell’impero celeste, corrispondenza che ha per titolo “Il sostegno della famiglia”, pubblicata sul supplemento “D” del quotidiano “la Repubblica” che di seguito trascrivo in parte. Mi dirà quel giovine a me carissimo: un’altra storia dalla Cina! Uffa!! Mi accuserà di ricorrere, magari in mala fede, alla solita vetusta iconografia vetero-marxista-comunista. Ma dove guardare allora? Nell’orticello del nostro mondo reso pieno di rovi – metaforicamente parlando soprattutto per i giovani come lui -, con un’aria non più salubre? Non mi piace rinchiudermi nel mio florido orticello. Mi interessa sapere anche di Dangqiu Lamao che studia e lavora, che accudisce fratelli e bambini del villaggio nel quale è ospite dopo aver perso la famiglia a seguito di un terremoto. Ed anche questo post è per pensare a Dangqiu Lamao ed a tutti quelli come lei; perché il giovine carissimo sappia che non basta che il proprio orticello sia ben tenuto e fiorito. È  necessario sempre, anche se sazi, guardare anche oltre lo steccato, mugugnare e lamentarsi pensando a tutte le Dangqiu Lamao che popolano questo mondo reso storto assai dagli umani. È ciò che mi sono sforzato d’insegnare ai carissimi giovani che la sorte mi ha nella vita affidato.
Dangqiu Lamao ha quindici anni e vive a Jiegu, contea di Yushu, nella regione tibetana del Qinghai. Un anno fa il terremoto ha distrutto la sua famiglia. È rimasta sola. Ora tocca a lei provvedere per la madre, cieca a trentatre anni, e per i fratelli Zhuoga e Danzeng, di undici e otto. Dopo il sisma si erano rifugiati nella contea di Nangqian, culla del loro clan. La scuola però è troppo lontana e Dangqiu, assieme ai fratelli, è tornata a Jiegu. Vivono con un'altra famiglia, in una tenda che oltre agli adulti ospita undici bambini. In cambio dell'ospitalità, Dangqiu fa i lavori domestici: cucina, lava il bucato e va a prendere l'acqua. Bada anche agli altri dieci bambini, così che le donne della famiglia possano accudire gli yak. Quest'anno dovrà sostenere gli esami finali della scuola primaria e per prepararsi studia di notte. Ormai è lei il capofamiglia e tra metà maggio e metà giugno vedrà di procurarsi il denaro sufficiente per il resto dell'anno. La scuola chiude un mese e al posto delle vacanze estive offre agli allievi l'opportunità di trasformarsi in una essenziale fonte di sostentamento. Da quando aveva sei anni Dangqiu va a raccogliere il fungo-bruco, larva preziosa per la medicina tradizionale cinese. Già da lungo tempo guida i fratelli nel cuore delle montagne himalayane. Monta la tenda ai piedi di remoti pendii e ogni tre giorni sposta il campo per la raccolta. Scava nel terreno gelato per dodici ore al giorno e la sera rientra al fuoco semiassiderata. È un lavoro pesante. Le prime due settimane, quando il fungo-bruco è piccolo e quasi invisibile, i bambini strisciano sull'erba per individuare i fili grigio-bruniti. Poi la larva si allunga, diventa visibile anche restando in piedi, e la fatica diminuisce. Dangqiu è una cercatrice esperta e ogni stagione riesce a raccogliere qualche centinaio di funghi-bruchi, che possono fruttare fino a duemila yuan, l'equivalente di 220 euro. Con essi mantiene la madre e paga gli studi ai fratelli. Per se stessa provvede con i lavori domestici nella tenda che ospita tutti. Conosce l'asprezza della vita e non perde tempo. I professori l'hanno selezionata tra i migliori studenti della sesta classe nel Qinghai e il partito le ha offerto di proseguire gli studi gratis a Tianjin, vicino a Pechino. La madre, viva dopo un'operazione che le ha asportato un tumore all'orecchio, l'ha pregata di accettare la proposta. - Vai - ha detto - altrimenti finirai come me -. Dangqiu ha rifiutato perché altrimenti nessuno avrebbe provveduto ai fratelli. Ha scelto di restare a sbrigare le faccende a Jiegu e di passare le vacanze a raccogliere il fungo-bruco nelle valli tibetane. Però è preoccupata. Ora studia per corrispondenza vegliando la notte, al lume delle candele per non disturbare i vicini. Da un po' quando legge vede doppio e preferisce tacere per non preoccupare la madre. Se il calo della vista le impedisse di scorgere i funghi-bruchi più piccoli, e più preziosi, per la sua famiglia sarebbe la fine. (…). La corrispondenza di Giampaolo Visetti risale al 7 di maggio dell’anno 2011. “Un anno fa…” secondo la cronaca resaci. È trascorso invece un lustro da allora. Cosa ne sarà stato di  Dangqiu Lamao, oggi ventenne? Sarà andata a studiare in quel di Pechino? O continuerà a badare alla famiglia? Vorrei tanto saperlo.

1 commento:

  1. Se fossero più numerosi gli esseri umani che sentono e pensano come te... il mondo sarebbe meraviglioso!

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