"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 19 marzo 2016

Oltrelenews. 82 “Una destra da Bar Sport”.



Da “Meloni scorda le sue rughe (politiche)” di Luisella Costamagna, su “il Fatto Quotidiano” del 20 di novembre dell’anno 2015: Cara Giorgia Meloni, certo di strada ne ha fatta: la "Le Pen italiana”,unica donna a guidare un partito, onnipresente in tv, in crescita nei sondaggi, protagonista del nuovo centrodestra con Salvini e Berlusconi nel ruolo che fu di Fini. Talmente impegnata che non riesce ad andare in Parlamento: è l'ottava deputata più assente alle votazioni. D'altronde è abituata ai record: consigliere provinciale a 21 anni, onorevole a 29, è stata il ministro e vicepresidente della Camera più giovane della storia repubblicana (poi superata da Di Maio). Ma oggi sembra non voler ricordare la sua storia. L'impressione è che, da quando ha fondato Fratelli d'Italia a fine 2012, voglia presentarsi come "nuova" e, oltre a photoshoppare la sua foto nei manifesti, tenti di ritoccare anche il suo passato. Non tanto il fascismo o Berlusconi e le sue leggi ad personam (che nel 2006 definì "perfettamente giuste"), quanto ciò che non si attaglia al suo ruolo attuale di fiera oppositrice di Renzi. Sere fa da Floris era un fiume in piena (come sempre peraltro): "Renzi taglia tasse messe da loro: quelli del Pd hanno messo la tassa sulla prima casa, ora la levano; hanno messo il tetto al contante a 1.000 euro, ora lo alzano a 3.000" e giù a rinfacciare incoerenze e strappare applausi. Peccato che insieme a loro ci foste anche voi del Pdl - e pure lei - a votare sì all'Imu e al tetto al contante nella Manovra Salva Italia di Monti. Doveva dire "abbiamo", non "hanno". In quella manovra 2011 c'era anche la legge Fornero, che oggi critica aspramente: FdI ha offerto avvocati per i ricorsi, dopo la bocciatura della Consulta sul "prelievo truffaldino" (parole sue) sulle pensioni da1.400 euro; lanciato una class action contro il governo per far restituire il "maltolto" (idem); sostenuto il referendum abrogativo della Lega. Ma almeno la Lega non la votò, lei sì. Perché non dice che quella truffa è anche opera sua? Altra battaglia della "nuova" Meloni, con tanto di proposta di legge, è l'abolizione di regioni e province: basta "carrozzoni", ci vuole "un nuovo federalismo municipale", non fatevi infinocchiare dal "Supereroe Renzi" - twittò nel 2014 - che "finge di abolire le province e crea 25mila poltrone in più". La "vecchia" Meloni invece non era così sensibile ai costi e alla razionalizzazione degli enti locali, tant'è che nel 2011 votò contro la soppressione delle province in Costituzione. Ma dirlo adesso, come il resto, non conviene. Amnesie anche su Mafia Capitale: "Rivendico con orgoglio che non ci sono esponenti di FdI coinvolti", "Il nostro capogruppo era definito da Buzzi il più onesto", "Alemanno non era di FdI quando governava". Vero, ma mica vorrà farci credere che il suo rapporto col Pdl e la destra romana, Gramazio e Alemanno, cominci nel 2012 con FdI, e prima nulla? Quando Alemanno divenne sindaco FdI non c'era ancora, ma si ricandidò nel 2013 col suo sostegno, poi entrò nel partito e nel 2014 corse alle Europee. Quando fu indagato era di FdI, tant'è che si autosospese. Qualche autocritica in più, al di là della facciata, potrebbe farla. Cara Meloni, un consiglio: non finga di essere nuova e coerente. Ormai ha quasi 40 anni, impari a convivere con le rughe (fisiche e non). Un cordiale saluto.

Da “La destra da Bar Sport” di Pietrangelo Buttafuoco, su “il Fatto Quotidiano” del 15 di novembre dell’anno 2015: Due sono i colpi messi a segno dal terrorismo, anzi tre: scannare, spaventare e sfregiare l’Islam che – religione di Dio, il Clemente, il Misericordioso – nel sentimento di tutti, in Occidente, diventa un buio marchio di morte. Tre colpi, dunque, e il più inaspettato regalo: il sabba degli sciacalli. Ogni tragedia ha il suo sottotesto e la politicuzza trova un’affinità maligna. Come Piscicelli rideva al caldo delle lenzuola all’idea di fare affari dopo il terremoto a L’Aquila, così la destra da Bar Sport, davanti alle stragi islamiste, si sente sciogliere l’acquolina in bocca. Pensa solo al pallottoliere elettorale. Certa destra, neppure semplicemente xenofoba, ma già nella sua infarinatura liberale, fa del Bar Sport il servo di scena. La destra che ci tocca in sorte, figlia della stagione di George W. Bush, non è certo la ruggente Onda Blu di Marine Le Pen e non è quella di Vladimir Putin che nel far guerra in Siria, allo stesso tempo, tutela i cittadini musulmani di Russia quando – con l’orgoglio dei piedi scalzi – inaugura la più grande moschea di Europa. I tagliagole sono bestemmiatori dell’islam. Fino a quando non sarà chiaro ciò non ci sarà speranza di vincere contro di loro. È doppiamente vero che il terrorismo è il primo nemico dell’islam. Ed è tre volte vero che la carambola d’odio va a concludersi nel gioco delle parti. In uno sfolgorio di stelle, strisce e tricolori, in un tweet, ho visto questo collage: il Corano e poi ancora il Corano. Nel primo, questa didascalia: “Questo è il libro dell’Islam”. Nel secondo, un’altra indicazione: “Questo è il libro dell’Isis”. A sovrastare la spiritosa grafica, questo strillo: “Trovate le differenze!”. Tutti i colpi vanno a segno. Dio mi perdoni se, adesso, mi faccio tramite di una profanazione. Ho visto disegnato un maialino con il Corano in mano per fargli dire questa battuta: “E’ tutta merda quella stampata qui”. L’ho visto ancora su twitter, con la frase in inglese, opportunamente postato e arrivatomi a strascico tra gli rt di un importante politico liberale, molto radicale e molto bushista che con questa schiuma ci campa. E ci fa ricca la bottega. All’opposto della Tradizione non c’è più la sinistra ma la destra del Bar Sport e il fanatismo che fa di Dio un’ideologia. A far strame del Sacro, infatti, concorre sia chi – sostituendosi al Giorno del Giudizio – semina la morte, sia chi confonde l’odio per la rabbia e l’ignoranza per l’orgoglio. Il Dio macellaio esiste solo nella mente di Satana se un ebreo, solo per essere ebreo, viene accoltellato nella serena felicità di Milano. E così è – nella banalità della ferocia – l’automatismo dell’odio. Se il musulmano è un bastardo, per come si legge nei giornali, un coltello addosso prima o poi se lo ritrova. L’odio dà voce alla sorgiva di questi e quelli, i terroristi e gli avvinazzati del Bar Sport per i quali il Dio, Patria, Famiglia, il motto sacrissimo di don Camillo, è ridotto a un rutto senza A e senza BA, lo sbotto del folclore liberale (Benedetto Croce inorridisce) il cui fetore oggi ammorba qualunque tentativo della destra di darsi un pensiero, una riflessione e un’analisi che vada oltre la Fenomenologia del Maialino.

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