"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 22 dicembre 2015

Paginatre. 13 “Caro Babbo Natale…”.



Da “Caro Babbo Natale, hai troppa concorrenza: le richieste le inviano ai babbi dei ministri” di Luisella Costamagna, su “il Fatto Quotidiano” del 20 di dicembre 2015: Caro Babbo Natale, non ti offendere, ma quest’anno hai parecchia concorrenza: altri babbi – alla toscana – hanno conquistato la scena, anche loro vestiti di rosso (ma è solo moda, sotto trovi il bianco di Fanfani), anche loro destinatari in questi giorni di molte letterine. Se ti può consolare, a Babbo Boschi e Babbo Renzi scrivono soprattutto gli adulti, non i bimbi, gli raccontano di aver fatto i bravi quest’anno – chi più chi meno –, di aver tirato la cinghia, e chiedono semplicemente di ricevere in regalo la verità, e non qualche “pacco”. Sai com’è, sono un po’ stanchi di prese in giro, conflitti d’interesse, favoritismi, fregature, e ora che alcuni di loro si trovano col conto in rosso, hanno perso tutto dopo aver lavorato una vita, vorrebbero almeno la consolazione di non passare per scemi. Taluni, ora che gli è crollato il mondo addosso, riprendono in mano le migliaia di carte incomprensibili che hanno firmato in banca e scrivono ad avvocati e a Babbo Boschi: “Hai fatto di tutto per salvare i miei soldi? Hai pensato a me, non a te stesso e ai tuoi amici: sei una persona perbene, giusto? Dimmi che non hai ricevuto lettere da Bankitalia in cui ti si diceva che l’Etruria era ‘travolta da un degrado irreversibile’ e non hai fatto niente per impedire vendite di titoli rischiosi a noi, piccoli risparmiatori ignari”. Altri si rivolgono a Babbo Renzi: “Non eri in affari con l’ex presidente dell’Etruria Rosi, ora indagato; non hai mentito sulla tua situazione patrimoniale, vero?”. Mentre attendono risposte, gli si dice profeticamente: “Le colpe dei padri non ricadano sui figli”. Giusto: i padri trasmettono educazione, soldi, beni (e raccomandazioni), le colpe no. Ma se, poniamo il caso, i figli fossero presidenti del Consiglio o ministri e intervenissero per tamponare le colpe dei babbi senza denunciarle? Non sarebbero anche loro responsabili? Se ammettono di essere in conflitto d’interessi, uscendo dai Consigli dei ministri che approvano i decreti che riguardano (anche) gli affari paterni, possono davvero poi dire “Non siamo come Berlusconi” (che stava più fuori che dentro)? E se in passato hanno stigmatizzato, giustamente, altri ministri che “dovrebbero dimettersi per non dare l’immagine di un Paese in cui ci sono corsie preferenziali per gli amici degli amici”, poi non dovrebbero farlo pure loro, se c’è anche solo il dubbio di corsie preferenziali per i loro parenti? Babbo Lupi lo fece, la Boschi no. (…). Facciamo così, per quest’anno ti chiedo solo due regali: se incontri qualche Babbo concorrente, invitalo a chiarire subito tutto davanti agli italiani. E poi conservaci Babbo della Patria Cantone: non possiamo permetterci neanche un’influenza, altrimenti chi le tappa le falle? Un cordiale saluto.

Da “Caro babbo Natale, per regalo vorrei un vero maestro” di Vittorio Zucconi, sul settimanale “D” del quotidiano la Repubblica del 28 di novembre 2015: (…). «Caro Governatore (Rick Scott, governatore dello Stato della Florida n.d.r.) – (…) - comprami un'insegnante, per favore. Comprami un'insegnante che sappia sussurrare all'orecchio di mio figlio, che sappia stabilire con lui un rapporto affettuoso, severo, personale, diretto, che lo aiuti a imparare e ad amare quello che impara. Comprami, con i soldi delle tasse che ti pago, un curriculum che non sia fatto per superare i test decisi dalle autorità, ma per costruire una persone responsabile e adulta. Comprami uomini e donne, maestri e maestre, assistenti, gente che sappia circondarlo di cura e di affetto. Non comprarmi altri computer, gadget, lavagne elettroniche, tablet, wifi, perché di quelli ha già abbastanza anche a casa per aprire un negozio, ma una persona che sappia fargli amare quello che tutti i gadget e la tecnologia gli mettono a disposizione. Investi nelle persone, non nelle cose. Regalami insegnanti e assistenti insegnanti che sappiano comunicare anche con me, con i genitori dei bambini, non soltanto per dire che sta facendo guai, ma per aiutarci a seguirlo meglio invece di protestare ogni tanto con voi. Spendi meno tempo in relazioni, ricerche, incontri di facoltà, conferenze e più in tempo trascorso con gli alunni. Spendi meno in "hardware", in attrezzature, e più in "heartware", nel lavoro del cuore. Spendi più in stipendi e regalarmi insegnanti che guadagnino di più Compra a mio figlio una persona. Compra a mio figlio un'insegnante, tua Sandy Birket». In questa fine 2015, con le ombre delle guerre che tornano ad allungarsi e il polverone della campagna elettorale per la Casa Bianca che copre tutto, di scuola, negli Usa, si parla poco. Il sindacato degli insegnanti è notoriamente un blocco elettorale democratico e il suo voto, considerata anche l'altissima percentuale di insegnanti femmine, sembra già chiuso nella cassaforte di Hillary Clinton. Dunque né lei, né i suoi avversari repubblicani hanno voglia e tempo da perdere per corteggiare un corpo elettorale che è già sposato. La lettera al governatore "Babbo Natale" della Florida, uno Stato dove la scuola pubblica non brilla e le retribuzioni degli insegnanti sono sotto la media nazionale dei 45 mila dollari lordi annui per i licei, difficilmente troverà ascolto, se non per qualche replica retorica. Le risponderanno che non ci sono mai abbastanza soldi, che gli Stati fanno addirittura fatica a rimpiazzare gli insegnanti che vanno in pensione perché le retribuzioni nelle aziende private sono più alte, le possibilità di carriera più rapide e le responsabilità meno pesanti. Eppure anche il governatore, e probabilmente lo stesso Babbo Natale, sanno benissimo che non avrebbero avuto il successo che hanno avuto, uno in politica, l'altro nella confezione e nella distribuzione mondiale di strenne, senza che da una cattedra, in un'aula, quando avevano 7 o 12 o 17 anni, qualcuno non avesse acceso dentro di loro la piccola lampadina della voglia di imparare e di crescere, non nei numeri dei test, ma nella luce che la brava maestra, l'insegnante appassionato, riesce ad infondere nello sguardo annoiato dello scolaro. La signora della Florida ha ragione. Regala un bravo insegnante ai nostri figli, signor governatore, presidente Babbo Natale, chiunque tu sia. E magari pagalo bene.

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