"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 21 luglio 2015

Oltrelenews. 53 “L’Europa e la sinistra”.



Da “La socialdemocrazia è finita. Scioperare contro la Merkel” di Salvatore Cannavò, intervista a Maurizio Landini su “il Fatto Quotidiano” del 15 di luglio 2015: “La socialdemocrazia non esiste più. Completamente allineata alla Germania di Angela Merkel. Servirebbe un’altra idea per contrastare il fanatismo rigorista. Se fossi in Grecia proclamerei uno sciopero contro la Germania e la sua pretesa di far pagare ai più deboli”. (…). Come giudica quello che è avvenuto? “Siamo di fronte a un fatto politico preciso: la Grecia ha provato, anche con l’uso del referendum, a negoziare una riduzione del debito e la possibilità di aprire in Europa una fase diversa. Però si è trovata da sola. La piccola Grecia contro Bce, Fmi, Germania, socialdemocrazia. Si è trovata di fronte a un blocco compatto”. Che tipo di blocco? “È come se si fosse rifondata l’Europa su un sistema di cambi fissi che come è noto rafforza chi è più ricco. Con il rischio evidente non solo di produrre il brutto accordo per la Grecia, ma la fine di un ’Europa sociale che non sia fondata solo sulla moneta”. In questo blocco mette anche la sinistra? “Il fronte socialdemocratico e progressista si è rivelato inesistente. La socialdemocrazia è di fatto sparita, basti pensare alla Spd che pensa di appoggiare la Merkel alle prossime elezioni. Solo i socialisti francesi hanno provato a giocare un ruolo ma in modo molto timido. Una stagione storica si è conclusa e a rischio vedo la stessa tenuta dell ’Europa per come l’abbiamo conosciuta e pensata”. Nessuna critica ad Alexis Tsipras? “Tsipras ha cercato in ogni modo di negoziare. Che poteva fare? Nelle trattative servono i rapporti di forza. Mi sembra la vittima di una concezione fanatica del rigore e non ha avuto alcun sostegno come dimostra il governo italiano e la Spd tedesca. Non mi sento di fare una colpa a ciò che il governo greco sta facendo perché nelle condizioni date ha cercato di fare il massimo. Il problema è cosa succede in Europa”. E cosa succede? “Che il re è nudo. La miopia di chi in modo fanatico ha umiliato la democrazia in Grecia apre la strada al pericolo di tenuta complessiva della democrazia in Europa. Noi l’abbiamo già vissuta questa fase, con la lettera della Bce e il taglio delle pensioni, il superamento dei contratti nazionali, la messa in discussione dello Statuto”. Eppure Renzi dice di aver giocato un ruolo positivo. “Se voleva giocare un ruolo doveva chiedere agli Usa, alla Cina, al Fmi, una Conferenza internazionale sul debito in Europa. Non possiamo più continuare a pagare interessi oltre le nostre possibilità, il debito va rinegoziato. In questo contesto c’era uno spazio. L’Italia, invece, si vanta di aver già fatto i compiti a casa mentre invece ci stiamo uccidendo con le nostre stesse mani”. Come giudica la reazione del sindacato europeo? “Non ha consapevolezza di quello che sta avvenendo, non coglie la conclusione dell’esperienza storica della socialdemocrazia. Ma c’è anche una insufficienza dell’azione sindacale a livello europeo. Serve una iniziativa europea visto che siamo in presenza di 25 milioni di disoccupati”. Cosa farebbe di fronte a un piano come quello che dovrà presentare Tsipras? “Farei uno sciopero contro la Germania e chi ha voluto quel piano perché la Grecia è la vittima di quella trattativa. E nessuno ha mosso un dito”. C’è chi dice che Tsipras ha tradito il referendum. “Chi lo dice deve essere onesto nel dire che Tsipras non ha mai chiesto di uscire dall’euro. Non hanno ottenuto il risultato? È vero, ma spetta al popolo greco decidere. Non serve fare i grilli parlanti”.

Da “Con la Grecia perde tutta la sinistra” di Antonio Ingroia, su “il Fatto Quotidiano” del 16 di luglio 2015: Di fronte all`esito della trattativa fra Tsipras e la Troika, profondamente deludente per il popolo greco e per chi, come me, ha creduto nella forza dirompente del risultato referendario greco, l`amarezza è grande. Ad Alexis Tsipras va concesso l`onore delle armi per aver resistito all`assedio dell`Europa dei burocrati per sei mesi. Poco più, purtroppo. Ma la delusione è enorme. Si poteva fare di più? Io credo di sì, e su questo la penso come Varoufakis. Imboccata una strada, bisognava portare avanti la posizione, eventualmente fino alle sue conseguenze più estreme. Altrimenti, avere indetto il referendum greco rischia oggi di apparire poco più di un espediente tattico da giocarsi sul tavolo della trattativa e non invece il sacrosanto ricorso ad uno strumento indispensabile di democrazia diretta. D`altra parte, dubito che si sarebbe ottenuto di più continuando la trattativa a oltranza. La difficoltà di Tsipras e del governo greco è stata quella di non riuscire a portare nessun altro paese sul terreno della mediazione, anche se era facile prevederlo, visti i leader nazionali oggi in campo. Tutti, compresi i primi ministri francesi e italiani, che pure avrebbero avuto tutto da guadagnare se si fosse aperta un breccia anti-austerity, si sono appiattiti sulle posizioni della Germania, l`unica che in questa situazione continua a riempire i propri forzieri a scapito di tutti gli altri partner, Italia compresa. Questa trattativa avrebbe dovuto vedere Tsipras e tutti gli altri paesi uniti contro la Germania, la Banca centrale europea e il fondo monetario internazionale, insomma, la troika. È successo il contrario e non certo per responsabilità della Grecia e di Tsipras, in particolare. E questo perché se in Grecia, al momento del voto referendario, il coraggio ha sconfitto la paura, ai vertici europei la paura ha vinto ancora una volta. Gli sconfitti restano il popolo greco e i cittadini che vogliono sentirsi europei. Sconfitta la stessa idea più nobile di Europa. Chi sperava, come me, che si potesse aprire una breccia è rimasto deluso. Ma almeno è servito a capire che a questa Europa i popoli non possono più chiedere nulla. È stato tradito, temo definitivamente, il sogno dei padri fondatori dell`Unione Europea perché ormai, in questa Europa, non c`è più spazio per la giustizia e per l`eguaglianza. Non c`è più spazio per l`emancipazione dei popoli dalla grande finanza. Questa Europa è governata da un gruppo di burocrati e il volere del popolo non conta nulla. Ed è una sconfitta, innanzitutto, della sinistra tutta, quella socialdemocratica e quella radicale. La sedicente sinistra riformista, quella del partito socialista europeo, e la destra liberale fanno ormai parte di un unico enorme moloch che è ancora maggioranza in ogni paese (Grecia esclusa ovviamente), ma che ovunque è in calo. La nazione, che più di tutte ha sofferto i sacrifici imposti dalla Troika, ha cominciato a provare a cambiare lo stato di cose. E lo ha fatto portando al governo una forza della sinistra radicale a cui, probabilmente, infliggere una sconfitta di queste proporzioni, per i potenti d`Europa è stato un piacere ancora maggiore. Ma purtroppo non è finita qui. Non si tratta soltanto di una “lezione” che si è voluto impartire ai più impertinenti. Colpire un popolo per educarne tanti. Esistono altri due pericoli ora. Il primo è che le politiche di austerity che, lo ricordo, finora non hanno portato alcun beneficio, ma hanno anzi distrutto quel poco di welfare rimasto, vengano acuite e i sacrifici moltiplicati. Il secondo è che dopo aver inferto un colpo quasi mortale alla sinistra ora rischiano di prevalere i nazionalismi e i fascismi. Insomma, da qualsiasi angolazione la si guardi il sogno, soprattutto di sinistra, di un`Europa diversa, un`Europa dei popoli e dell`eguaglianza, è fallito e personalmente ormai stento a vedere margini di riforma dall`interno di questa Europa. Il sogno dell`Europa politica è, al momento, tramontato, e molte speranze sono state uccise. Sono giorni tristi e drammatici. Ha vinto la finanza delle lobby e delle grandi banche. Se vogliamo una nuova Europa, se crediamo ancora in un`Europa dei popoli, questa Europa, l`Europa della dura realtà che ha umiliato il popolo greco, va combattuta. Per azzerarla, non per riformarla, ma per ricostruirne un`altra su altre fondamenta. Questa Europa è irriformabile e irredimibile. Credo che su questa amara verità bisogna riflettere per adeguare le strategie future.

Nessun commento:

Posta un commento