"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 2 febbraio 2014

Storiedallitalia. 37 “Impeachment”.



(…) …avrebbe, nell’ordine: “interferito illegalmente nelle attività del legislativo, dell’esecutivo e del giudiziario” e avviato così “l’esercizio di una propria funzione governante”, “altamente pericolosa perché non sostenuta da alcuna responsabilità politica”; “aperto un circuito incostituzionale tra partiti e presidente” comportandosi da “capo di un partito” e violando l’“inderogabile dovere di imparzialità”, anche con “la strumentalizzazione dei media per conquistarsi una parte dominante nei conflitti da lui stesso aperti”; “usurpato il potere politico che spetta in esclusiva al Parlamento”; “gravemente interferito nell’attività di governo”; “delegittimato magistrati che prendono decisioni a lui sgradite” anche quando “la decisione lo riguarda direttamente”. Infine si sarebbe “fatto portatore di un personale disegno per la soluzione della crisi italiana che prevede lo scavalcamento delle regole fissate dalla Costituzione per modificare la forma di governo e la stessa Costituzione”. Dove vi ha portato la lettura del brano trascritto? Ahimè, state sbagliando! Ma lo avete letto con attenzione? Ed a chi avete pensato? Sbagliate ancora! È che i conti vanno fatti anche con la Storia. A questo punto mi sembra pretenzioso chiamare in causa la Storia, quella con la “consonantina” maiuscola. È al momento solo un fatto di cronaca e per passare alla Storia ce ne vuole ancora. Ma con la Storia, dicevo, bisogna pur fare i conti. A meno che la canea di questi giorni non abbia obnubilato le menti e le coscienze di tutti, ma proprio di tutti quanti noi. La Storia è dura, inflessibile e ci rimanda, o meglio ci sbatte in faccia, parte del nostro vissuto, spesso non sempre del tutto specchiato. È arcigna la Storia ma essa ci aiuta anche ad orientarci nei momenti di difficoltà, quando come ciechi ci avventuriamo per strade inesplorate ed infide. Ed a chiamare in causa la Storia, quella che è passata oramai sui manuali, ci ha pensato “il Fatto Quotidiano” del 31 di gennaio. Il titolo del pezzo, che richiama un pezzetto della Storia del bel paese, è a firma di Marco Travaglio è ha per titolo “Cossighitano”. Colta la natura dell’ircocervo linguistico? Ché è, l’ircocervo intendo dire, - “hircocervus”, con “hircus” per "capro" e “cervus” per "cervo" - quell’animale mitologico denominato anche “tragelafo” «avente corna di cervo, e il mento irto per la lunga barba, spalle pelose, impeto velocissimo nel primo correre, e facilità a stancarsi subito». E già quell’ircocervo vi avrà fatto fare marcia indietro, spedendovi a pensare non già ai protagonisti della canea di questi giorni ma ad un tempo che è oramai divenuto Storia. Leggiamo… (…). …la richiesta di impeachment avanzata contro Francesco Cossiga il 5 dicembre 1991 (…) dal partito di Napolitano (non) configurava di per sé l’alto tradimento né l’attentato alla Costituzione: ma era la “concatenazione logica e temporale” di una serie di atti “volti intenzionalmente a modificare la forma di governo” in senso presidenziale, “estendendo le funzioni e prerogative” ben oltre il dettato costituzionale, a integrare i due delitti. Cossiga (…) (i)nsomma non avrebbe perpetrato “un colpo di Stato nelle forme classiche”, ma una serie di “atti seriamente diretti non a compiere un ‘semplice’ abuso, ma ad alterare illegittimamente i rapporti tra i poteri dello Stato”. (…). Napolitano, nel ’91 “ministro degli Esteri” del Pds e capo della corrente filocraxiana dei “miglioristi”, concorda sull’analisi della presidenza Cossiga, ma non sullo strumento scelto dai vertici del partito – il segretario Achille Occhetto e il presidente Stefano Rodotà – per sloggiarlo dal Quirinale, perché in Parlamento le opposizioni di sinistra non hanno i numeri per far approvare l’impeachment. (…). Napolitano (…) è uno dei più implacabili censori di Cossiga, cui intima da mesi di smetterla di esternare e picconare e – testuale – di “tornare sul trono” e “rispettare i limiti entro cui la Costituzione colloca il ruolo del presidente della Repubblica”. (…). “Cossiga – (…) – è purtroppo attivamente coinvolto in una spirale di quotidiane polemiche, difese e attacchi di carattere personale e politico, fino alla sconcertante e francamente inquietante distribuzione di etichette e di voti a giornali. (…). Napolitano (…) ricorda che “la libertà di critica discende dal principio della responsabilità politica ‘diffusa’ del presidente”. (…). …conferma che “l’esigenza di porre un limite ai comportamenti inammissibili del presidente Cossiga ci ha visti uniti”. Ed esorta “tutte le forze democratiche a giudicare inevitabile che Cossiga tragga le conseguenze della scelta di assumere un ruolo politico incompatibile con la funzione di presidente della Repubblica”. Perciò il Pds dovrà valutare “le molteplici iniziative che possono essere assunte al fine di fermare un processo di allarmante degrado istituzionale”. (…). “Occorre sollevare una questione di incompatibilità fra l’aggressivo ruolo politico di parte assunto dal presidente e la funzione attribuita dalla Costituzione al presidente della Repubblica, tra un esercizio esorbitante dei poteri presidenziali e la permanenza in quella carica…”. (…). “Tre sono le vie che possono essere percorse: quella dell’impeachment avanzata dal Pds; quella di sollecitare l’atto delle dimissioni del capo dello Stato; e quella che Cossiga indica anche nella sua recente nota, vale a dire astenersi strettamente da interventi impropri: la situazione di estrema gravità si è ulteriormente deteriorata”, in quanto Cossiga ha continuato “a comportarsi in modo sempre più incompatibile con il ruolo di garanzia che la Costituzione attribuisce al presidente della Repubblica. Se il capo dello Stato si considera ingiustamente accusato, nessuno gli contesta il diritto di confutare le accuse, nelle sedi e nelle forme più appropriate; ma altra cosa è ingiuriare coloro che hanno preso l’iniziativa della denuncia”. (…). Ai fatti avvenuti nei giorni della canea mancano ancora, per l’appunto, quelle ingiurie. Arriveranno a breve?

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