"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 31 ottobre 2012

Storiedallitalia. 27 C’è un giudice a L’Aquila.



È il 9 di aprile dell’anno 2009. Sono passati tre giorni dal sisma. Si corre ai ripari. C’è da fare una riunione urgente. Anzi, urgentissima. La Commissione Grandi Rischi si riunisce a Roma nella sede dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Bertolaso e Boschi parlano al telefono – intercettati -:"Mi hanno chiesto: ma ci saranno nuove scosse? La riunione di oggi è finalizzata a questo, quindi è vero che la verità non la si dice". Bertolaso aggiunge: "Alla fine fate il vostro comunicato stampa con le solite cose che si possono dire su questo argomento delle possibili repliche e non si parla della vera ragione della riunione. Va bene?". Lo scienziato risponde: "Non ti preoccupare, sai che il nostro è un atteggiamento estremamente collaborativo. Facciamo un comunicato stampa che prima sottoponiamo alla tua attenzione". Ovvero, “La protezione incivile di capitan Bertolaso”, che è poi il titolo dell’articolo che Francesco Merlo ha pubblicato sul quotidiano la Repubblica e che trascrivo in parte. Poi, ai giorni nostri, i signori scienziati della Commissione Grandi Rischi, risentiti assai, si sono dimessi a seguito della sentenza del giudice de L’Aquila. Loro, il fior fiore degli scienziati, che non hanno ascoltato la voce – della coscienza meglio non parlarne – della scienza per ascoltare invece, con deferenza e molto interessatamente, la voce del potere. La dignità venduta sempre per l’ossequio al potere sulla pelle della gente. Chiude Francesco Merlo il Suo pezzo amaramente: A ciascuno di loro, (…), bisognerebbe gridare come a Schettino: - Torni a bordo,…-. I professoroni della Commissione Grandi Rischi, su invito del governo, sembra che abbiano rioccupato le seggiole. Ma cosa ne rimane della loro dignità professorale? Un bel nulla. Ha dichiarato il professor Boschi che il verbale è stato steso alcuni giorni dopo lo svolgimento della riunione, aggiungendo di non conoscere neppure l’estensore dello stesso. Avviene, nelle consuete, deprimenti e litigiose riunioni condominiali, che la stesura del verbale venga fatta al termine o nel corso della riunione stessa. Siamo a questo punto: la Commissione Grandi Rischi si comporta peggio del peggiore dei condomini di questo disastrato paese. Ora sappiamo perché il nostro è un paese disastrato. Come potrebbe non esserlo? Scrive Francesco Merlo: (…). Chiunque ha vissuto un terremoto sa  che la prima precauzione è uscire di casa. Il sisma infatti terremota anche le nostre certezze.  E dunque la casa diventa un agguato,  è una trappola, può trasformarsi in una  tomba fatta di macerie. In piazza invece sopra la nostra testa c’è il cielo che ci protegge. Ebbene all’Aquila, su più di trecento morti, ventinove,  secondo il processo, rimasero in casa perché tranquillizzati dagli scienziati di Bertolaso. E morirono buggerati non dalla scienza ma dalla menzogna politica, dalla bugia rassicurante. (…). …noi ora sappiamo che  questi stessi scienziati avevano previsto l’arrivo di un’altra scossa mortale, nei limiti ovviamente in cui la scienza può prevedere le catastrofi. Ebbene, il dovere di Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva era quello di dare l’allarme. Gli scienziati del sisma sono infatti le sentinelle nelle torri di avvistamento, sono addestrati a decifrare i movimenti sotterranei, sono come i pellerossa quando si accucciano sui binari. Nessuno si sogna di rimproverarli se non “sentono” arrivare il terremoto. Ma sono dei mascalzoni se, credendo di sentirlo, lo nascondono. Il processo dell’Aquila dunque  è stato parodiato. E quell’idea scema che i giudici dell’Aquila sono dei persecutori che si sono accaniti sulla scienza è stata usata addirittura dalla corporazione degli scienziati. Alcuni di loro, per solidarizzare con i colleghi, si sono dimessi, lasciando la Protezione Civile nel caos, proprio come Schettino ha lasciato la Concordia. (…). …gli scienziati che  sguarniscono le difese per comparaggio con i colleghi sono come i chirurghi che scioperano quando devono ricucire la ferita. Ma diciamo la verità: è triste che gli scienziati italiani si comportino come i tassisti a Roma, forze d’urto,interessi organizzati, cecità davanti a una colpevolezza giudiziaria che può essere ovviamente rimessa in discussione, ma che non è però priva di senso, sicuramente non è robaccia intrusiva da inquisizione medievale. Insomma la sentenza di primo grado può essere riformata, ma non certo perché il giudice oscurantista ha condannato i limiti della scienza nel fare previsioni e persino nel dare spiegazioni. E il giudice dell’Aquila è stato sobrio. (…). Non è neppure andato a Porta a Porta per difendersi dall’irresponsabile travisamento che ai commentatori frettolosi può essere forse perdonato, ma che è invece imperdonabile al ministro dell’ambiente Corrado Clini, il quale ha  tirato in ballo Galileo e ci ha tutti coperti di ridicolo facendo credere che in Italia condanniamo i sismologi perché non prevedono i terremoti, che mettiamo in galera la scienza,che continuiamo a bruciare Giordano Bruno e neghiamo che la Terra gira intorno al Sole. (…). So purtroppo che è inutile invitare personaggi e comparse di questa tragica farsa ad un atto di decenza intellettuale, a restituire l’onore alla ricerca, alla scienza e alla giustizia, e a risalire su quelle torri sguarnite della Protezione Civile senza mai più umiliarsi con la politica. A ciascuno di loro, (…), bisognerebbe gridare come a Schettino: - Torni a bordo,…-. La decenza. La decenza s’impone per il normale cittadino, giammai per gli indecenti del potere politico, economico o intellettuale che sia. Scrive oggi Barbara Spinelli sul quotidiano la Repubblica – “L’altro pianeta del Cavaliere” -: Tutti questi potenti tendono a diffidare della magistratura, e non a caso c'è un ministro, Corrado Clini, che giunge sino ad equiparare la condanna di Galilei e quella dei sette scienziati che minimizzarono gli sciami sismici incombenti sull'Abruzzo dal dicembre 2008. Come se gli scienziati fossero accusati di scarsa preveggenza, non di avere perentoriamente escluso rischi gravi. Non di aver servito il potere politico (Bertolaso, Berlusconi) che voleva occultare la verità ai cittadini. Non dimentichiamo uno dei sette, Bernardo De Bernardinis, che consigliava di chiudersi in casa (in casa! uno scienziato dovrebbe sapere che la casa uccide, nei terremoti) e per calmarsi di bere un bicchiere di Montepulciano in più. Bacco, tabacco e Venere “pe’ tutti”.

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