"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 1 ottobre 2012

Sfogliature. 9 Ma che te fotte a te cretino dello stipendio da consigliere...



Scrive oggi Nadia Urbinati sul quotidiano la Repubblica – “Se gli stipendi dei politici non sono democratici” -: (…). Il livello di retribuzioni degli incarichi politici è illegittimo da un punto di vista democratico. Illegittimo non per l’uso improprio di soldi (una questione penale comunque), ma per i livelli di retribuzione. È illegittimo perché incentiva e di fatto crea un sistema di diseguaglianza tra cittadini. Dal momento in cui il nostro bravo giovane è eletto, egli sarà automaticamente catapultato in un altro ceto sociale. Si distaccherà così tanto dalla vita degli ordinari cittadini che lavorano da fare di tutto per perpetuare la propria condizione, volendo restare al suo posto idealmente per sempre. La sua prospettiva mentale sarà quella del privilegiato. Tutto farà per accrescere la distanza da chi lo ha eletto, con la fatale conseguenza che riuscirà più facilmente a concepire leggi che rientrano in questa logica che a prendere decisioni che favoriscono equamente tutti. Questi livelli di retribuzione degli incarichi politici sono così alti che contribuiscono a creare un clima sociale, ideologico, materiale, e infine dei comportamenti politici negli organismi decisionali, che generano diseguaglianza. E questo è un cruciale argomento di legittimità democratica. (…). Orbene, “il nostro bravo giovane”, del quale parla la valente cattedratica, è, in via generale, proveniente da quel ventre molle del cosiddetto “ceto medio” che, al pari di altri appartenenti alle classi sociali superiori, hanno avuto a cuore, massimamente, di gonfiare convenientemente il proprio borsellino. Della democrazia, puah! Per la democrazia e per le sue regole. Puah! “Sfogliando” – o meglio “scorrendo” – il mio e-book alle pagine 232 e 233 – del 30 di gennaio dell’anno 2008 – ritrovo un post – il secondo della sezione “Del senso cinico” – che potrebbe essere oggi cronaca corrente. L’esatto di oggi. Puah!

Da “La striscia rossa” pubblicata sul quotidiano “l’Unità” del  30  di gennaio dell’anno 2008: - Ma che te fotte a te cretino dello stipendio da consigliere... 10mila euro al mese... e che cazzo sono? Quando io a quello storto di B. gli ho detto vieni a farmi il direttore generale che gli volevo dire? Che di miliardi ne abbiamo 3mila, 4mila, 7mila... con me Pino, Bruno, Sandro sono diventati tutti miliardari... il più fesso di loro è miliardario -. Domenico Crea, intercettazione della telefonata con Antonio Iacopino, suo uomo di fiducia. Penso spetti all’onorevole in questione la palma d’oro per il più alto senso “cinico” della settimana (e siamo solo al mercoledì). Se ne potrebbe fare quasi un gioco, a puntate settimanali, o qualora le esigenze ovvero le emergenze civili lo richiedessero, anche a puntate giornaliere, ché il cosiddetto teatrino della mala politica non manca occasione d’offrire spunti ed esempi luminosi e straordinari del più vivo senso “cinico” italiota. Non supera – e sarebbe bene attrezzarsi con una scala di valori così come d’uso per i terremoti – non supera dicevo l’alto senso “cinico“ dell’onorevole in questione quell’altro alto senso “cinico“ di un tale governatore di una terra un tempo molto remoto detta felix il quale, riconoscendo la sua azione di pubblico amministratore essere divenuta fonte di lordure cittadine e metropolitane, con alto senso “cinico” riconosce la sua inadeguatezza amministrativa e di governo della cosa pubblica ma conferma il proposito suo di continuare nell’immane sua nefasta azione. Restando aggrappato, per l’appunto, al suo maleodorante ed insozzato cadreghino. E che dire pure di un altro governatore ancora che, condannato da un tribunale a “soli anni cinque” - con la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici – festeggia il lieto avvenimento con squisite leccornie amorevolmente confezionate da mani premurose nella terra solatia del Lilibeo  minacciando pure di non abbandonare lo scranno, e che solo dopo aver ottenuto la promessa di una possibile candidatura ai più alti scranni della Repubblica terza o quarta, farfuglia un atto di dimissioni che le buone creanze gli imporrebbero se solo fosse stato un governatore in un paese normale, in un paese decente? Per questa volta hanno mancato entrambi il primato dell’alto senso “cinico” settimanale. Così pure tempo addietro uno dei tanti  onorevoli del teatrino della politica, capeggiatore di un sedicente movimento per i diritti civili, in rappresentanza evidentemente del suo unico iscritto (l’onorevole stesso)  e del suo (dis)onorevole personale sentire e del suo alto senso “cinico”, esternava sui media della Repubblica proponendo per una candidatura al Senato un chierico reo, a detta dei tribunali della Repubblica stessa, di nefandezze estreme. Il tale (dis)onorevole faceva una proposta in verità di altissimo senso “cinico”: ovvero, rendere il Senato della Repubblica un luogo di accoglienza per tutti coloro che abbiano a delinquere nei patri confini, una specie di servizio sociale sostitutivo delle patrie galere. Ben retribuito comunque, e con un vitalizio garantito maturato ad appena la metà del tempo legislativo. Una proposta invero straordinaria, disonorevole appunto, di altissimo senso “cinico”, ché solo l’avesse fatta nel corso della settimana gli avrebbe consentito di ottenere il riconoscimento della palma d’oro in palio. È accaduto nel frattempo che le autorità religiose preposte abbiano fatto più in fretta dei tribunali della Repubblica, espellendo dalla congrega sua il chierico in odore di efferatezze sessuali. Peccato;bisognerà attendere la prossima occasione per tentare di strappare all’onorevole vincitore pro tempore la palma d’oro per il prestigioso primato del più alto senso “cinico” dimostrato e praticato.

Mi si dica cosa è cambiato dal gennaio dell’anno 2008. Niente! Puah! Quale dei “giovani” che rottamano i “vecchi” della politica si è opposto alla antidemocraticità, per dirla con Nadia Urbinati,  dei loro iperbolici guadagni? E parliamo solamente di guadagni. I furti e le malversazioni sono altre cose ancora. Da galera. E basta!

Nessun commento:

Posta un commento