"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 30 agosto 2012

Sfogliature. 6 La fattoria degli italiani.


Oppresso dalla canicola – e dallo spread - mi rigiro sullo schermo il blog che è stato. Al venerdì 6 di novembre dell’anno 2009 mi ritrovo in quella che è stata una sezione di quello - “Cattivi pensieri” -  a rileggere il post che ha per titolo “La fattoria degli italiani”. Mi arrabbio. È che stamane sui quotidiani campeggiano notizie di questo genere: su “il Fatto Quotidiano”, a firma di Carlo Tecce, si legge un articolo che ha per titolo “Partiti, ultima abbuffata: 185 milioni (solo 65 spesi)” – e dagli alla pratica dell’antipolitica pervicacemente coltivata dai politicanti del bel paese - e come anticipazione del suo contenuto, in prima pagina: “I nuovi dati della Corte dei conti: paghiamo anche per le liste civetta di Magdi Allam e di Fitto con Patrizia D’Addario”. Le liste civetta. Bisognerebbe chiedere scusa al nobile volatile. Di volatile nell’antipolitica all’amatriciana volano solo gli stracci. Magdi Allam. Chi è costui? Egiziano e giornalista, scrittore divenuto cittadino italiano, ha avuto l’accortezza di convertirsi al cattolicesimo. In premio ha avuto la promessa delle visioni di beatitudine nell’altra vita e, per intanto, uno scranno al Parlamento Europeo. Ti pareva! Inizialmente con la lista dell'UDC - capolista per il Nord-Ovest alle Elezioni europee del 2009, 39.637 preferenze – ha collezionato record su record di presenze ai lavori del parlamento europeo - secondo VoteWatch, a fine ottobre del 2011, è al 699º posto su 734 nella classifica complessiva delle presenze in seduta plenaria -. Nel dicembre del 2011 compie il salto della quaglia ed abbandona il gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo (PPE) per passare, armi, bagaglio e possibilmente carriaggi, al gruppo euroscettico Europa della Libertà e della Democrazia, in graditissima compagnia degli europarlamentari italiani della Lega Nord e di altri movimenti nazionalisti. Di Raffale Fitto e della D’Addario ne sono piene le cronache. Non se ne parla per una questione di decenza. È la politica condotta in Italia con altri mezzi: l’”antipolitica” per eccellenza.

Cattivi pensieri. Sono quelli che ti frullano nella mente per l’intiera giornata. E che al sopraggiungere della sera continuano a girarti per la mente. Un ronzio fastidioso. Come di insetto impertinente. Che provi ad allontanare. Poi a schiacciare addirittura. Ma se ne stanno lì, a tormentarti. Sono cattivi pensieri, per l’appunto. E fare cattivi pensieri di questi tempi è brutta cosa assai. Ma succede di scoprire che anche altri fanno cattivi pensieri. Non ti serve molto fare una simile scoperta. Non ti allevia il fastidio. Ma tant’è. Cogli i cattivi pensieri altrui e te li coltivi. Ci giri attorno. Non puoi non condividerli. Disse qualcuno che a far cattivi pensieri certe volte ci si indovina. Che cosa? Quel tale è passato per un saggio. Conviene allora coltivare cattivi pensieri. Che per caso non si possa diventare saggi?

“Quando si chiede agli italiani cosa pensano della politica, ormai la reazione più moderata è il disgusto, più spesso l’anatema. E non sono solo i cittadini a fuggire dalla politica: anche svariati politici la disertano. Non contenti di dar vita a un confronto pubblico di ineguagliata rozzezza e astiosità, dimostrano anche un sovrano disprezzo, per non parlare della crassa ignoranza, per le regole base della democrazia parlamentare. Ecco allora dilagare il populismo alla vaccinara di chi pretende di fare e disfare senza rendere conto a chicchessia, minando le istituzioni alla base del bilanciamento dei poteri; ecco il potere giudiziario definito illegittimo e il parlamento inondato di decreti. Una deformazione grottesca del sistema democratico che culmina nella figura di Silvio Berlusconi, con il suo esplosivo connubio di inadeguata formazione politica e totale assenza di una cultura del limite. Il popolo identificato con il leader, un Capo che si crede investito di una missione divina, veste più volentieri i panni del benefattore che quelli del buon amministratore e usa il suo immenso potere nel più disinvolto dei modi. Queste sono le caratteristiche attuali della democrazia italiana, ormai alla deriva. La domanda è:i cittadini sono ancora in grado di ribellarsi a chi li vuole popolo bue, acriticamente intruppati dietro il leader padrone? La buona politica e la normalità non sono mai sembrate tanto lontane”.

Il cattivo pensiero di oggi è stato trascritto dalla seconda di copertina del volume “La fattoria degli italiani” di Piero Ignazi edito da Rizzoli.

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